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  • LA FOTO DEL CARABINIERE

    Penso che se un racconto sa farti piangere, vuol dire che è un buon racconto. Ma se lo leggi più volte, e tutte le volte arrivi a piangere nello stesso punto, allora non c’è dubbio: è un capolavoro. Ed è quello che succede, credetemi, con La foto del Carabiniere di Claudio Boccaccini. Un testo che non dovrebbe mancare in nessuna antologia del monologo contemporaneo.

    Dalla prefazione di Edoardo Erba

    Confrontandosi teatralmente con i ricordi più struggenti, quelli dell’infanzia, Boccaccini resiste al crepuscolarismo dei sentimenti, sicuro di aver creato, con la forza del racconto stesso (parola e gesto) un cratere di attenzione, una ferita da cauterizzare per poter dire con Neruda: sì confesso che ho vissuto.

    Dalla postfazione di Fabio Pierangeli

    13,00
  • ANITA AL BUIO

    Le inquietudini di una giovane donna omosessuale nell’era attuale, dove tutto cambia alla velocità della luce e in cui la precarietà rappresenta la base da cui iniziare a vivere. Anita ha 27 anni, è appassionata di cinema ed è fidanzata con un ragazzo suo coetaneo. Prima di partire per studiare regia a New York, in un viaggio con gli amici, scopre di avere una forte pulsione per una ragazza…

    10,00
  • CRONACHE DAL MONDO PERDUTO
    I ruderi di Quercus

    “II mondo è in pericolo e il popolo invisibile si addestra duramente per la battaglia finale contro le forze del male, ormai vicina e inevitabile. Tra colpi di scena, ritorni più o meno inaspettati e avventure in luoghi inesplorati, Matt e Giselle dovranno combattere per salvare gli uomini, ma anche la razza elfica e quella delle fate, che rischia ormai di estinguersi…”
    “Titania attese qualche altro secondo, poi parlò: “Non hai trovato un po’ sadico, da parte nostra, il fatto di farti rinascere nuovamente per poterti dare un’altra opportunità con Frederick e poi premere per farti tornare nel mondo invisibile?” Giselle restò senza fiato. Non si aspettava quelle parole e, soprattutto, non aveva mai pensato a quella, ora ovvia ed evidente, realtà.
    Perché farla rinascere di nuovo come mezzafata, farle incontrare nuovamente Frederick e far sì infine che la storia si ripetesse daccapo?

    15,00
  • IL LADRO DI SOGNI

    Con questi racconti si entra nel mondo fantastico dei bambini, dove il cattivo diventa buono e le femminucce sono tutte regine ed i maschietti principi Biondi.

    7,00
  • IL TEATRO DELLA PANDEMIA

    “Diario del Virus”, monologo scritto nel 2020 durante il lockdown, fa parlare il mostro, compiaciuto della strage e stupito davanti alla resistenza degli umani. Gli altri due copioni, stesi vent’anni prima, affrontano entrambi il tema del lutto, ma nella versione individuale, non collettiva, declinandolo inoltre con registri grotteschi. “La collina di Euridice”, collocata nelle colline venete, affronta infatti la scomparsa di una figlia, venuta a mancare all’improvviso distruggendo le ragioni di una coppia. “Ponte all’Angelo”, ambientato in una Venezia spettrale, singolarmente profetica delle città vissuta in questi ultimi tempi, vede al centro un anziano professore, visitato da un amico deceduto nel tempo della sua giovinezza, ignaro di essere morto.

    15,00
  • HUMAN 2 IL RITORNO

    Questi è il seguito del primo libro HUMAN.
    Alberto Umbrella, in quest’ultimo romanzo, pone l’accento sul più grande disastro ecologico che il Brasile, a scapito del pianeta, sta scientificamente perpetrando: la distruzione del polmone del mondo, la distruzione della foresta Amazzonica. Una scellerata politica atta a ricavare legname e sfruttare, senza ritegno, le grandi ricchezze geologiche di questa incontaminata regione. Prendendo spunto da questo l’autore imbastisce una fitta trama, che ci permette di vivere una storia inventata ma realistica, di un’altra, autonoma e autoctona, razza umana. Questa edizione è la versione integrale, senza tagli, né censure del fortunato omonimo già pubblicato. Un romanzo antropologico sulla sopravvivenza, sulla bestialità umana contrapposta, una storia a tratti cruda, mai noiosa e dal taglio fortemente cinematografico.

    18,00
  • LA PERFETTA

    «Gualberto Alvino si pone da capo il problema di costruire la lingua del suo racconto, fare lo sforzo mimetico d’inventare la lingua di qualcuno che non sia semplicemente un escluso, un emarginato, ma anche un ‘disturbato’, uno che non ci sta con la testa, in altre parole un pazzo, anzi una pazza, che però non sta rinchiusa in manicomio, perché Basaglia l’ha liberata, e lei, non avendo né casa né famiglia, vive per la strada. Qua e là, però, si capisce che non viene da una famiglia di sottoproletari, è diventata sottoproletaria. Questo permette alla sua lingua di mantenere anche, se non altro, la memoria di una lingua alta, di una lingua della classe dominante. In ciò si distingue da esempi che potrebbero esserle accostati:
    Testori, Dario Fo, Pasolini, Gadda. Quest’ultimo, a dire il vero, lascia più di una traccia. Se non altro, per la multiformità dei livelli linguistici esplorati. La protagonista è la prima a essere consapevole di questi livelli, a serbare memoria delle condizioni sociali attraversate: «Non pare, ma c’è un ordine nella mia vita. Sarà una vita minima, squinternata, ma ho un progetto». Un sottoproletario non ha una tale consapevolezza, ma uno che lo è diventato, sì».

    Dal saggio introduttivo di Dino Villatico

    12,00
  • LA SOSPENSIONE DEL CINEMA
    Racconti d’amore e di mancanza

    Il libro “La sospensione del Cinema. Racconti d’amore e di mancanza” di Matilde Tortora, appena pubblicato, allude nel titolo allo stesso tempo alla sospensione d’animo cioè a quella dimensione di star facendo un sogno da svegli che proviamo guardando un film, alla magia del cinema e all’interruzione di esso a causa della pandemia in corso che per lunghi mesi ha visto chiuse le sale cinematografiche e ha interdetto per tutti noi l’accesso ad esse.

    Il libro racconta infatti entrambe le cose, a cominciare dal primo racconto che ne narra la magia e la mancanza fino ad approdare ad un’iconica, poetica e possente immagine dell’artista tedesco Max Klinger, dal titolo “Parafrasi sul ritrovamento di un guanto”.

    L’autrice, a partire da questa mancanza, ha condotto un’indagine, quasi uno scavo nel suo e nel nostro amore per il cinema e infatti questo libro rileva e rivela l’archeologia della propria passione per il cinema e di tutti noi fin da quando cominciammo a scoprirlo da bambini. Sicché storia della fruizione del cinema e dei tanti modi di essere uno spettatore, storie private, storie pubbliche intessono e fanno di questo libro il primo su questo tema, struggente e attuale, della mancanza del cinema.

    E dice quanto il cinema ci manca dacché la pandemia in atto non ci consente da mesi di andare al cinema, di vedere i film in sala. Questo libro è un atto d’amore per il Cinema e l’invito accorato a chinarsi, a fare presto a raccogliere il guanto caduto in terra, a rialzarsi, a riprendere a volteggiare, pattinare, sognare, levarsi in volo, andare ad abitare in altri luoghi, immedesimarsi in altre storie, guardare i film in sala. Ridiventare spettatore. Riprovare il sapore, il gusto, il profumo del Cinema.

    Matilde Tortora, scrittrice e storica del cinema. Autrice di diversi libri di letteratura e di saggi di cinema, tradotti in diverse lingue. Nel 2000 è stata insignita del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Vive a Monaco di Baviera.

    Il libro è stato tradotto contestualmente in tedesco. La traduzione in tedesco è ad opera di Cornelia Lutz-Mastrojanni.

    In copertina: immagine tratta dalle incisioni dell’artista tedesco Max Klinger (1857-1920), dal titolo Parafrasi sul ritrovamento di un guanto

    15,00
  • IL COMPUTER PETULANTE

    Questo secondo volume di teatro si muove con maggiore adesione ai temi sociali, come ha rilevato Giovanni Spedicati nella sua bellissima Prefazione.
    Alla dedica a Roberto D’Alessandro avrei dovuto aggiungere i nomi di Maria Teresa Armentano, Matilde Tursi, Maria Teresa Ciammaruconi, Francesco Perri, Giancarlo Rango, Maurizio Martena, Salvatore Puntillo, Anna Milieni, Giuseppe De Rosis, Claudio Boccaccini, Fausto Cigliano, e, alla memoria, quelli di Carlo Lizzani, Dario Fo, Achille Millo, Sergio Endrigo, Riccardo Cucciolla, Aldo Fabrizi e Jorge Luis Borges, ma così avrei sminuito un poco il peso della dedica a Roberto che ha creduto nel mio essere teatro perennemente, anche nella quotidianità.
    Ho già raccontato nel Primo Volume del mio non rendermi conto che i miei romanzi e la mia poesia si prestavano alla scena mentre scrivevo in silenzio di teatro. La vocazione è una cosa e forse l’inclinazione un’altra. Non so. Ma i miracoli, in letteratura esistono.

    (dalla premessa dell’autore)

    49,00
  • EROS tra pensiero e fotografia

    “Ossia, un eros universale, fatto di luce e di armonia, di equilibrio e di instabilità, che si origina e si libera dalla natura per diventare espressione di piacere e felicità, complicità e opposizione, luce e ombra, sacralità e immoralità, rispetto e sopraffazione, ingenuità e astuzia, sogno e realtà, erotismo e pulsione, estasi e tempesta, bene e male, unione dello spirito con la materia”

    25,00
  • RIFLESSIONI PANDEMICHE
    Cronache di una guerra contro un nemico invisibile

    Federico Rizzo ci narra la sua personale guerra contro il coronavirus al fianco della moglie infermiera. Ne viene fuori una cronaca partecipe e a tratti esilarante in cerca di una nuova igiene spirituale.
    Resta un senso di incertezza dentro ognuno di noi dovuto all’impossibilità di dominare il tempo. Se non è ancora arrivata la fine del mondo di cui parlava Nostradamus, madre natura ci sta certamente lanciando un ultimo avvertimento, un monito che dovrà far cambiare il nostro modus operandi sulla terra, tanto che il recente pianete scoperto, dove ogni notte piove ferro fuso, altri non è che il riflesso ad anni luce di distanza del nostro nuovo incubo collettivo di un mondo in cui il surriscaldamento globale lascerà posto solo al freddo ferro rovente delle nostre colpe.

    7,00
  • ALFABETO DI UN SOGNO
    (chiamato Roma)

    È un regalo meraviglioso ed emozionante quello che Gabriele, Lele, Manfridi, confeziona con questo libro a chiunque senta il cuore accelerare ogni volta che ascolta, pronuncia, legge, immagina, pensa la parola Roma. Un regalo confezionato come un alfabeto dalla A di Agostino alla Zeta di Zigoni, passando per Kriezu, Totti, Quintini e una serie di intuizioni che ne certificano l’irrinunciabile capacità di lasciarsi andare alle emozioni e, come dice Paolo Sorrentino, le emozioni sono tutto quello che abbiamo. Per questo non posso che ringraziarlo, Lele. Perché leggendo la sua scrittura intelligente, documentata, colta, mi ha omaggiato di una botta di Peter Pan, proiettandomi in una macchina del tempo che mi ha fatto tornare ragazzo quando si andava all’Olimpico quattro ore prima del fischio d’inizio della partita colorata di giallo e rosso, con i panini di mamma in una busta di plastica, accompagnati da quel sogno che ci ha fatto e continua a farci sentire vivi.
    Non è l’unico regalo che Lele ci e mi fa con questo libro. II secondo è una speranza. Quella di un futuro in cui torneremo a guardarci negli occhi, a confrontarci, a scrivere, leggere, pensare, essere, finalmente non più schiavi di un display che ha la presunzione di farci capire il mondo e le persone.

    Dalla prefazione di Piero Torri

    18,00
  • IL PREMIER

    Il protagonista della pièce, “ex Primo Ministro della Repubblica Italiana”, estrae una pistola dalla tasca. L’infila in bocca. Passano lunghissimi secondi, agghiaccianti. La ritrae, lentamente. Dagli altari del passato remoto alla polvere del passato prossimo dei processi e delle umiliazioni, questa la traiettoria di quel noto politico italiano, arrivato al massimo del potere in un paese “democratico”. Fino al presente di una calma apparente e falsa che prelude alla fine (politica o anche della vita) oppure, viceversa, alla risalita, quella stessa della pistola estratta dalla bocca senza averne tratto la soluzione finale. Molti punti interrogativi sulla questione dovranno sciogliersi quella notte. Unita di tempo, di luogo e di azione in una scenografia che ricorda il litorale tra Ostia e Torvaianica, con i tipici pontili in legno, ma che potrebbe essere anche una spiaggia di un qualsiasi altro luogo in Italia, dimensione ambientale misteriosa e riservata come sempre quando il buio scende in inverno sul manto freddo del mare. Sospensione, rito di passaggio, abisso straniante di una atmosfera fuori stagione, dove all’interno di una villa, una specie di dorato bunker, tra la sabbia e il «rombo della risacca», arrivano, non attese, ore decisive per la sorte delle persone convocate in quello spazio teatrale. Inizio folgorante di II Premier nel quale Giuseppe Manfridi mostra pienamente le sue doti camaleontiche, e si consolida, tra gli altri suoi esperimenti, poeta del teatro noir che si fonde con quello delle stanze borghesi, della guerriglia delle coppie con risvolti freudiani e comici. L’andamento drammaturgico mantiene un ritmo di azione e di intreccio psicologico serrato.

    Dalla prefazione di Fabio Pierangeli

    12,00
  • HUMAN

    Alberto Umbrella, in quest’ultimo romanzo, pone l’accento sul più grande disastro ecologico che il Brasile, a scapito del pianeta, sta scientificamente perpetrando: la distruzione del polmone del mondo, la distruzione della foresta Amazzonica. Una scellerata politica atta a ricavare legname e sfruttare, senza ritegno, le grandi ricchezze geologiche di questa incontaminata regione. Prendendo spunto da questo l’autore imbastisce una fitta trama, che ci permette di vivere una storia inventata ma realistica, di un’altra, autonoma e autoctona, razza umana. Questa edizione è la versione integrale, senza tagli, né censure del fortunato omonimo già pubblicato. Un romanzo antropologico sulla sopravvivenza, sulla bestialità umana contrapposta, una storia a tratti cruda, mai noiosa e dal taglio fortemente cinematografico.

    3,9918,00
  • NON C’È OMBRA POSSIBILE DIETRO LA CROCE
    NO HAY SOMBRA POSIBLE DETRÁS DE LA CRUZ

    Poesie italiano-spagnolo
    La trama di questa problematica, il τὁπος di una poetica del «guardare dentro», e incessante impetrazione agonica, percezione della propria povertà davanti all’altare dell’Altro. Nel crollo, nel soffocamento, nel respiro dell’Altro consiste la nostra redenzione. L’Altro, gli altri —perfino con le loro maschere— stendono le mani e ci estraggono dalle macerie della finitudine.

    1,999,00
  • IMMUNI

    Per quasi tre mesi l’Italia e la Calabria hanno convissuto, chiudendo tutto quanto possibile, con l’incubo della prima ondata di contagi da Covid-19, il nuovo virus venuto da Oriente ad inizio 2020. Nel suo nuovo libro, “Immuni – La Calabria resiste al Covid-19. Storie e testimonianze dal fronte dell’emergenza che ha segnato una regione intera”, la giornalista calabrese Veronica Iannicelli ha voluto fissare un punto, dire com’è andata. Il volume, infatti, vuol essere una testimonianza concreta di quei giorni terribili. Dall’emergenza in Cina, sino all’allarme in Italia ed in Calabria, con fatti e dati precisi, questo il contenuto del libro, arricchito, poi, da voci e testimonianze di chi il virus lo ha combattuto in prima linea o ha dovuto conviverci in Calabria: ovvero operatori sanitari, volontari, istituzioni locali, Chiesa, sportivi, operatori commerciali e turistici, scienziati.

    15,00
  • IL CAMMINO DEGLI ELETTI
    La torre rossa

    Pochi giorni prima del Natale 2019, uno sconosciuto soldato dagli occhi verde acqua frantuma drasticamente la serenità che regna da un anno in casa De Cupis: si tratta di Marcus Mèvelo.
    Una lettera scritta da suo padre e gli incubi terribili che lo accompagnano sin da bambino, lo hanno costretto a cercare Layamon.
    Incredibilmente, scoprirà di esserne un diretto discendente e si troverà, suo malgrado, a fare i conti con la propria natura straordinaria: dovrà così fronteggiare, nuovamente, il corpo dell’Unione, misteriosamente rifondato e scontrarsi, nell’Abbazia protetta da Fra’ Elia, con la rediviva Sentinella Bianca a fianco di Layamon stesso, nonché di Alessio e Laura. Prove al cardiopalma e minacce spaventose li assedieranno e l’unico modo per uscirne vincitori sarà ripartire dal passato, dove tutto ha avuto origine: l’anno domini Millediciotto.

    13,00
  • LE DEE
    Interverte memorie

    Opera d’esordio di Maria Pia Daniele sui segreti custoditi dalle statue, e da loro stesse svelati.
    L’inizio di un nuovo millennio schiude il tempo ad un irreversibile cambiamento giacché un universo volge al termine, ma Le Dee non muoiono mai. Rispondendo con nomi diversi a un destino incerto, hanno attraversato le epoche dentro e fuori le città del mondo, perdendo persino memoria dei loro templi e degli altari. Nel crepuscolo di un mattino perenne Atena vestita di armi, Artemide la virtuosa, Persefone che porta con se l’enigma della sua bellezza e l’istintiva Psiche, si ritrovano per compiere un atto di trasformazione. Si cristallizzano nella forma permanente per l’avvento di una nuova era, e in un gesto ciascuna la propria essenza racchiude. Scorrono veloci nostalgie di un’armonia perduta, si affastellano sature di segni e di storia, finché le Dee non precipitano nel sonno. Sarà l’irrequieta Psiche, la più umana di tutte, a percorrere il limite scegliendo l’effimero, il caduco: rinunciando all’immortalità e alla perfezione va a ribadire l’ontologia del segreto, cioè la vita.

    10,00
  • LA STRADA É PIÙ BREVE AL RITORNO

    Cosa hanno in comune un ragazzo che cerca lavoro, conquista la fiducia del capo e rischia di morire con il polonio, una professoressa che per aiutare un suo alunno finisce in un rave notturno e rischia di farsi arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale e una ragazza che prima di convolare a nozze deve far scagionare i suoi invitati dall’accusa di furto e affrontare il rapimento della wedding planner? Niente. O forse il coraggio di affrontare le proprie paure e la capacita di districare quasi con successo le tragicommedie in cui inciampano senza mai perdere completamente l’equilibrio.
    Tre voci che per un attimo emergono dal chiacchiericcio dei clacson. L’attimo prima di tornare a casa.

    12,00
  • RACCOLTA DI MEMORIE

    “Bisogna essere grati a Suzana Glavas. Le memorie di Defez, che escono grazie alla sua passione civile, costituiscono un esempio per le giovani generazioni, che mai come in questi anni hanno bisogno di modelli positivi”.

    (Dalla prefazione di Giuseppe Aragno)

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