• GIOVANNI CHECCHI 1927-2003

    La monografia Giovanni Checchi 1927-2003, fortemente voluta da Anna Kiss, che ha firmato l’affettuosa Premessa in stile epistolare, e curata dallo storico dell’arte Giorgio Di Genova, ricostruisce le vicende biografiche e artistiche dell’artista attraverso i testi del curatore (Giovanni Checchi, pittore metamorfico e visionario), di Matilde Tortora (Giovanni Checchi e il cinema), di Barbara E. Barich (Giovanni Checchi: un pittore e l’archeologia) e le testimonianze e i ricordi degli artisti de Il Girasole Claudio Capotondi, Gino Guida e Luca Maria Patella, dell’attrice Stefania Sandrelli, Paola Petri, vedova di Elio, gli amici Luca Canali, Renzo Rossellini e Gian Paolo Testa, a cui si aggiungono i numerosi testi critici della ricca antologia, che ripercorre le mostre dall’artista tenute nel corso della sua vita le cui tappe sono state ricostruite nella Biografia, curata dalla figlia Anita Checchi Lobo e corredata da foto di diversi anni riferite all’artista e dalle copertine dei cataloghi più significativi.
    Chi ha conosciuto l’artista scorrendo la sezione illustrativa Le opere può rinverdire ricordi assopiti, mentre chi non ha mai incontrato Checchi e ne ignora l’opera può imparare a conoscerlo attraverso le immagini della sua produzione a colori dal 1957 al 1993, suddivisa per tematiche: Paesaggi, Deserti, Composizioni vegetali, Ritratti, nonché attraverso le riproduzioni in bianco e nero dei disegni e delle sculture. Comunque, senza dubbio, sia gli uni che gli altri meglio comprenderanno il suo metamorfismo che animava rovi ed alberi, o stravolgeva espressivamente le fisionomie dei volti, nonché si potranno sorprendere della spontanea facilità dei suoi disegni, facilità che gli permetteva perfino di trarre da “scarabocchi” spiritose morfologie riconoscibili, nonché di disegnare sul vetro, come documenta l’immagine della quarta di copertina.

    A cura di: Giorgio Di Genova

    PREMESSA
    Anna Kiss

    TESTI
    Giorgio Di Genova
    Matilde Tortora
    Barbara E. Barich

    TESTIMONIANZE E RICORDI
    Luca Canali
    Guglielmo Gigliotti
    Luca Maria Patella
    Renzo Rossellini
    Gian Paolo Testa
    Claudio Capotondi
    Gino Guida
    Paola Petri
    Stefania Sandrelli

    25,00
  • ROMA-LIVERPOOL 1-1
    Atto Terzo

    “Roma-Liverpool l’avevo un po’ scansata da me, ma mai abolita.
    Come abolire un kolossal?… Un kolossal dell’anima. Roma. Roma e la sua finale. ..
    … la città si era guadagnata quella finale di Coppa Campioni `83/’84 prima che riuscisse a farlo la propria squadra. Al tentativo numero uno.
    Meraviglia delle meraviglie! Come non pensare al miracolo!? E una porzione di miracolo ci è stata data.
    Tutto intero no, ma una porzione di miracolo già basta a segnare una vita.
    Qui, e non altrove, nella Roma della Roma, si sarebbe disputata l’ultima gara.”
    PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE

    5,00
  • PISA-ROMA 1-2
    Atto Secondo

    “Stasera siete tutti invitati ad abitare con me questo tempo di sosta, di vita sospesa. Questo segmento durante il quale il miracolo che sembrava stesse per avvenire fu colto da ictus, senza tuttavia svanire.
    Sarà indispensabile, però, raccontare anche motto di ciò che sta prima di questo segmento, e un po’ di ciò che gli sussegue.
    A cominciare da una Nazionale campione del mondo che restituisce alla Serie A una Juventus coi connotati della superpotenza.
    Fatto salvo Bruno Conti, ce li ha tutti lei: gli azzurri migliori; il francese migliore; il polacco migliore. E chi non era migliore da prima, lo è diventato durante. Vedi Paolo Rossi.
    La si direbbe una corsa a uno. Difatti!…
    … Solo che quell’uno non sarà l’uno che era stato previsto.”
    PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE

    5,00
  • LAZIO-ROMA 3-3
    Atto Primo

    “I 90 minuti sono aggrediti.
    Già non sono più 90. Già un po’ meno. Diminuiti di qualche secondo, ma diminuiti.
    Il derby, cominciando, comincia a finire. Ma, Dio, quanto sarà lungo!
    Un countdown… un countdown…
    Che racconterà? Cosa ci costringerà o ci permetterà di vivere?
    La Roma attacca. C’è. Mi rincuoro. Ci rincuoriamo tutti. Il che non vuol dire smettere di tremare. Le due cose possono andare di pari passo.
    Firmeresti per un pareggio?… Per risposta, più smorfie che parole.
    In molti non hanno il coraggio di dire sì. Di ammettere che per una volta non hanno voglia di aver coraggio.
    Anche chi lo domanda, lo fa perché in fondo vorrebbe stimolare un’eco esplicita del proprio sì implicito. Sì che firmerei! Certo che firmerei!
    Una tentazione tabù.”
    PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE

    5,00
  • POEMETTO PER IL RE DI NAPOLI

    In questo poemetto si avverte immediatamente il fiato caldo di chi ha attraversato molte esperienze e ne ha tratto insegnamenti e verità che poi hanno saputo fiorire e trovare una loro dimensione, una peculiarità personale e inconfondibile. Di Giacomo conosce il peso delle parole e te adopera senza sprecarle, con un timbro che evita di sfociare nella musica esteriore, con una cadenza che ci accompagna all’interno di un mondo che è riuscito a contemperare maniere diverse d’espressione, amalgamando la lirica all’epica, l’elegia al narrativo poetico, il parlato basso con l’aulico. Ci sono versi che sembrano creare una danza di immagini e altri che si diluiscono in accensioni che ci portano nelle atmosfere della storia senza appesantirsi.
    Si avverte che Di Giacomo è transitato attraverso infinite controversie abbeverandosi alle fonti alte della poesia, per questo ci fa scaldare al fuoco di una umanità alta fuori da sentenziosità e da intellettualismi che pure potevano affacciarsi dato l’argomento. Egli sa dosare immagini e pensiero con accortezza, sa assegnare ad ognuna delle quattro parti il ruolo necessario per farci comprendere il tuffo nella dimensione che fa scoprire le verità inconfutabili dell’essere.
    Accade ciò senza sforzo, con naturalezza, perché il poeta coglie ogni cosa stupito e ammirato di essere il protagonista eccezionale di un incontro eccezionale.

    (dalla Prefazione di Dante Maffia)

    0,00
  • DESAPARECIDO

    Scendere in piazza per un diritto. Scendere in piazza per avere qualcosa di necessario: il libretto studentesco liceale. Un documento che dà la possibilità di avere sconti sui testi scolastici e sull’utilizzo dei mezzi pubblici. Un diritto, una possibilità di continuare il proprio percorso di studi, di vita. Tutto parte da qui. Il coraggio di alcuni giovani che lottano per i propri sogni e che verranno considerati per questo motivo dei “sovversivi”. Perciò vengono rapiti, torturati, seviziati e uccisi. Tutti tranne uno: perché “si è deciso che tu devi vivere, ma una condizione: devi dimenticare quello che hai visto qua dentro, anzi devi dimenticare di essere stato qui dentro”. Abbiamo deciso di partire da qui, dal tema della triste Notte delle Matite, come la chiamava in gergo la polizia argentina. Una pagina terribile della triste storia dittatoriale argentina, che va dal 1976 al 1983; un periodo conosciuto come Guerra Sporca. Ci siamo fermati a capire e ci è venuta la voglia di raccontare, attraverso la pittura, il tango e il teatro, con una mostra e uno spettacolo, la storia di questi ragazzi le speranze che per loro voleva dire quella manifestazione. Già, una manifestazione, come se ne fanno tante oggi, per qualsiasi motivo. Oggi è quasi una “routine” lo scendere in piazza, ma quanti credono fermamente in quello che fanno, in quello per cui vanno a manifestare, al punto di dare la vita per i loro ideali? Quei ragazzi erano pronti a dare la loro vita per i loro sogni, a differenza di molti ragazzi e manifestanti di oggi, o forse, come molti ragazzi e manifestanti di
    oggi… Non lo sappiamo, ma crediamo che mostrare ai ragazzi, alle persone, la storie di quei ragazzi, di quelle persone, possa essere
    utile a fare una riflessione. Una riflessione, questo vogliamo. Perché nel mondo di oggi, che va ad una velocità supersonica, molto spesso non c’è il tempo per fermarsi a riflettere. Eppure, a volte, sarebbe meglio riflettere e imparare dal passato….
    (Lo spettacolo teatrale è accompagnato da una mostra di quadri e da ballerini di Tango).

    7,00
  • GAY PANIC

    Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq.
    Un turno di guardia in una torretta di sorveglianza. Daniel, un marine americano. Zaggam, una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena.
    Questo accenno di conoscenza, di amicizia e infine di amore fisico diventa suo malgrado tragedia, ma conserva l’ironia e lo stupore possibili solo per una vicenda staccata dalla macchina mediatica e dai suoi bollettini di guerra. Un frammento della guerra che include l’elemento decisivo della sessualità, nonché la sindrome, il “gay panic” appunto, che minaccia il sistema nervoso dell’esercito americano.
    Daniel e Zaggam con le loro incertezze e i loro dubbi hanno la missione di ricondurci nello spazio mentale dove “quello che si vede non è quello che è”. Il loro confronto ci offre il privilegio di osservare due individui alle prese con il problema della comunicazione, con la difficoltà di restare umani in un contesto che per ragioni diverse li ha isolati rendendoli sempre più estranei a sé stessi, sempre meno convinti di prendere parte alla Storia.

    7,00
  • IL VENERDÌ SANTO A CASSANO ALLO IONIO
    Origini, sviluppi e mutamenti

    Questo lavoro è stato oggetto di un’accurata ricerca antropologica sul campo durata ben quattro anni e vede protagonista lo svolgersi del rito della Processione del Venerdì Santo a Cassano Allo Ionio, un paese situato in provincia di Cosenza, precisamente sull’alto Jonio cosentino.
    L’obiettivo è stato quello di valorizzare questa sacra rappresentazione teatrale, ancora viva nel meridione, che si svolge percorrendo le stradine del centro storico di Cassano, meraviglioso contesto scenografico.
    Questo rito è risaltato da coloro che ricoprono le vesti, in senso lato del termine, di attori:
    i flagellanti, coloro i quali hanno chiesto o hanno ricevuto una grazia dalla Madonna, indossano una veste bianca con il cappuccio mantenendo l’anonimato (soggetto principale a cui l’autrice ha dedicato la copertina realizzando un disegno a carboncino); la Bara del Cristo Morto, meravigliosa scultura lignea del 1600; la Madonna Addolorata, con il suo abito maestoso e il volto sofferente, accompagnata dalle Addoloratine, bimbe che indossano lo stesso abito della Madre afflitta a sottolineare la loro devozione; i Cantori, donne, uomini e bambini che intonano canzoncine in vernacolo rivolte al dolore della Madonna; i Misteri, statuette in legno e gesso, che narrano la Passione del Cristo e infine il magico suono degli strumenti musicali che intonano note di dolore, ossia la bùccina, la tròccola e i due tamburi.
    Il compito è stato quello di scavare (come fa un archeologo), guardare e rivivere con occhi diversi il rito più sentito del popolo cassanese, per poi raccontare alla comunità e non solo anche a chi si affianca per la prima volta a questa tradizione popolare.
    Raccontare per scoprire il vero senso che la porta avanti, analizzandone simboli e figure emblematiche che la caratterizzano

    E’ stato un duro lavoro di ricerca a causa del materiale inesistente e in parte perduto, per cui all’autrice non restava altro che avvalersi del materiale orale, mediante le interviste, presenti nel libro, riportate rigorosamente in lingua dialettale.
    Oltre le interviste vi è un accurato materiale fotografico e alla fine del libro, allegato in copertina, c’è un dvd all’interno del quale sono riportate le riprese video che riprendono la fase di preparazione, lo svolgimento e la conclusione della Processione del Venerdì Santo del 10 aprile 2009.

    20,00
  • STELLARUM OPIFICE
    Omaggio a Suor Maria Celeste Galilei

    La figlia di Galileo, Virginia, venne alla luce al fiorire di un nuovo secolo: il 1600. Nacque dalla relazione illegittima dello scienziato con Marina Gamba di Venezia. Dopo il suo tredicesimo compleanno Virginia entrò nel convento di San Matteo in Arcetri prendendo il nome di suor Maria Celeste.

    5,00
  • FRANCESCA
    La santa degli emigranti

    Francesca Cabrini, la santa degli emigranti in un monologo scritto da Enrico Groppali e diretto da Maurizio Panici. Il lavoro è stato presentato ai Mercati di Traiano a Roma per il Festival Internazionale della Spiritualità “Divinamente 2010” diretto da Pamela Villoresi.

    5,00
  • L’ARCA DI NOÈ

    Melologo per quattro attori – soprano – flauto traverso – orchestra d’archi

    10,00
  • COME DIVENTARE TREMENDAMENTE ROCK SENZA LASCIARCI LA PELLE

    […]”Insomma, voglio dire che, come tutti quelli della mia generazione, sono cresciuto con la televisione. Candy Candy mi ha insegnato il concetto di sfiga. Lamù il concetto di figa. I fondamenti filosofici principali della vita mi sono arrivati dalla tv privata. Altro che Platone, che tra l’altro in Pollon non faceva neanche la comparsa.
    Poi all’improvviso, sempre guardando la televisione, ti accorgi che da un giorno all’altro sei cambiato. Quello che eri ieri non c’è più, e da oggi sei un altro. La domanda che ti fai è: da dove viene il “nuovo me”? Ma soprattutto: che cazzo di fine ha fatto quello di prima?[…]”

    10,00
  • WAKEFIELD, L’UOMO CHE VOLÒ OLTRE SE STESSO

    “Wakefield” è una novella di Hawthorne che narra di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori.
    Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via, e qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie (ormai spenta da una vedovanza ritenuta certa) con l’intenzione di riavviare il ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto.
    Da qui si parte per un viaggio che, attraversando Poe e Melville, giunge imprevedutamente alle Olimpiadi messicane del ’68 per raccontare una prodigiosa impresa sportiva…
    … per raccontarla dal di dentro, quasi in presa diretta…
    … e per raccontare qualcosa da molti dimenticata.
    O forse mai saputa.

    5,00
  • SUOR MARIA UMBERTA DI GESÙ
    1942-1995

    Il 6 e 7 Maggio del 2009, con una iniziativa unica, mai prima sperimentata, la Diocesi di Cassano allo Ionio, con al timone il suo vescovo, Mons. Vincenzo Bertolone, si riuniva in convegno, nello stupendo scenario della cittadina di Altomonte, per onorare quanti, nei tempi antichi e moderni, hanno vissuto nella luce della santità, nei diversi ruoli dalla Provvidenza loro assegnati.
    È proprio in quella occasione che il prof. Enrico Cirianni ha presentato una figura ai più sconosciuta. Una donna di Cassano, moderna e pia, della quale, giustamente, l’Autore di questa relazione, mette in mostra i lati più significativi della sua non lunghissima vita terrena.

    Angelina Gallo, donna mite, di alta cultura, inserita in posti di responsabilità, dedita alla formazione dei giovani, esperta in pedagogia e psicologia, fu come trasportata dallo Spirito Santo attraverso un cammino spirituale e mistico, che fece di lei non soltanto una religiosa esemplare tra le Suore del Verbo Incarnato, ma un’anima innamorata di Dio, che, attraverso Gesù Cristo per il quale il suo amore crebbe come fiume in piena, incapace di trattenersi nel suo alveo, ma riversando le sue acque su quanti incontrava, rendeva le anime feconde e spargeva il seme di una pietà mai mielosa o pietista, ma semplice e robusta, rinvigorita dalla preghiera, dall’ascesi, dalla costante attività educativa.
    Il prof. Cirianni ha mostrato questo cammino ed ha illustrato la figura di questa donna cassanese in modo tale da renderla non solo nota alla gran parte dei presenti, ma, in prospettiva, gettando le basi per una più approfondita riflessione che possa portare suor Maria Umberta di Gesù – se questo è il disegno di Dio – verso riconoscimenti canonici di quella santità che ha perseguito, con umiltà ed ardore, per tutta la sua vita.

    Suor Maria Umberta non è la sola ad avere illustrato e santificato la nostra terra, ma parte di una folta schiera di uomini e di donne che, nell’antica e gloriosa Diocesi “dei due mari”, hanno predicato e diffuso il Vangelo meno con le parole che con la testimonianza della loro vita.
    Enrico Cirianni, che tanto entusiasmo ha mostrato nell’illustrarne la figura e l’opera, potrà continuare a cercare testimonianze e documenti che approfondiscano quanto già di questa Donna noi conosciamo.

    Mons. don Carmine Scaravaglione

    5,00
  • DEFCON X

    Defcon X è la prima opera letteraria della Compagnia Fantasma. La vicenda si svolge a Bologna, una città preda della propria furia sicuritaria, in cui è difficile distinguere tra chi davvero dovrebbe fare paura e chi con la paura guadagna e controlla. Il dottor Francesco Passini, psicologo, all’indomani della morte di suo padre cerca di contattare Paolo Rapetti, un vecchio paziente che sembra sparito nel nulla. Dopo i primi tentativi andati a vuoto la ricerca del dottore si trasforma ben presto in un’ossessiva corsa contro il tempo che lo metterà faccia a faccia con le proprie paure più recondite. Defcon X è una storia in cui i personaggi cercano una possibile via d’uscita alla paranoia collettiva o, al contrario, la sposano definitivamente, una storia che riflette sulle angosce reali o presunte del mondo in cui viviamo.

    10,00
  • I DOMENICANI DI CASSANO

    Non si vuole qui proporre una storia della presenza dei Padri Predicatori in Calabria o nella nostra Diocesi. Ci mancherebbe altro. Si vuole, al contrario, solo offrire ai giovani studiosi locali un primo covone d’informazioni necessarie, soprattutto sui documenti di non facile reperibilità e, talora, di piú difficile consultazione, perché possano, partendo proprio da una piccola base documentale, con maggior speditezza condurre le proprie ricerche e i successivi studi di approfondimento sulla presenza dei figli di San Domenico nel nostro territorio comunale e, segnatamente, nella nostra città di Cassano, e anche, e soprattutto sui Cassanesi entrati nell’Ordine dei Padri Predicatori. Tanti, di certo, resteranno ignoti, perché i loro nomi non compaiono nei documenti al momento conosciuti, piccoli frati dediti alla predicazione o ai minuti quanto utili lavori nel loro convento, operai umili in quella porzione della vigna dal Signore affidata al loro Ordine. Di qualcuno si conosce appena il nome proprio perché presente in qualche Atto conservato nei vari repertori notarili scampati alla distruzione, e conservati, talora, anche in qualche archivio privato. La messe è abbondante, insomma, e la ricerca complessa e difficile, essendo i documenti di nostro interesse sparsi un pò dovunque, e non solo nell’Archivio vaticano, nell’Archivio di Stato di Napoli, il piú importante di tutti per la storia del Mezzogiorno, e della nostra Cassano in particolare, in quello Generale dei Padri Predicatori, in quell’altro di San Domenico
    maggiore in Napoli, o in quello del Convento di San Domenico in Cosenza. Preziosi scrigni si rivelano gli Archivi capitolari delle nostre diocesi calabresi, e quelli parrocchiali, per non dire dell’Archivio di Stato di Cosenza, o, per la nostra diocesi, di quello di Castrovillari, o di altri archivi, o di repertori di documenti provvidenzialmente collazionati, trascritti e, talora, pubblicati, essendosene, in sèguito, perse le tracce a causa di sottrazioni, incendi, distruzioni, abbandoni di tanti piccoli conventi sparsi per tutta la nostra regione. P. Luigi Guglielmo
    Esposito, il vero punto di riferimento per chiunque voglia tentare un approccio serio al movimento dei Padri Predicatori nel Meridione d’Italia, ha fatto tantissimo, dedicando la sua vita alle ricerche archivistiche relative al suo Ordine, cosí pure gli studiosi Gerardo Cioffari e Michele Miele, anch’essi dell’Ordine dei Predicatori, con la loro Storia dei Domenicani nell’Italia Meridionale. Utile è anche consultare la Storia della Diocesi di Cassano al Jonio e la Storia della Chiesa in Calabria dalle origini al Concilio di Trento, nonché il prezioso Regesto Vaticano per la Calabria di P. Francesco Russo.

    14,00
  • ITINERARI CASSANESI

    Dopo Quattro scrittori e due musicisti del novecento cassanese (premio Biagio Lanza nell’anno scolastico 2005/2006), dopo Tracce (idem, 2006/2007), dopo Idee e proposte per lo sviluppo del territorio (idem, 2007/2008), la scuola consegna alla collettività un nuovo lavoro dei suoi alunni e dei suoi docenti. Si fa, cioè, ancora una volta fabbrica di cultura, per contribuire alla valorizzazione delle nostre risorse, nella speranza che chi ha responsabilità di governo del territorio ne faccia tesoro e nella convinzione che solo investendo seriamente in cultura si possa invertire la rotta del sottosviluppo e si possa limitare la nuova diaspora dei cassanesi, che, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti.
    L’occasione dell’attività didattica sui temi del territorio è data dell’annuale premio dedicato a Biagio Lanza, medico e cultore delle nostre cose, a cui è intitolata la scuola sin dal 30 ottobre del 1982. In verità quei temi sono pratica didattica in tutte le classi, anche se il premio ha il merito d’illuminarli a giorno grazie al lavoro che viene condotto nelle terze.
    Si tratta di un premio istituito il 30 ottobre del 1982, in occasione dell’intitolazione della scuola a Lanza, un’iniziativa che è stata, ed è, foriera di una messe di ricerche, d’indagini, di attività didattiche in genere, di cui si spera resti traccia nei ragazzi che dal quel 30 ottobre a oggi vi si sono cimentati sotto la guida attenta dei loro docenti e col contributo dei vari presidi e presidenti del consiglio d’istituto che nel tempo si sono succeduti nella scuola. Un premio, il nostro, che non consegna targhe o borse di studio ma che pubblica i lavori degli alunni, o di gruppi di alunni, affinché ne resti traccia nella loro memoria, nelle loro case, nelle biblioteche del territorio, negli archivi.

    Carlo Rango

    15,00
  • DESIGN DEL RIUSO
    quando un problema diventa una soluzione

    Il riuso è una forma di design attuale e interessante per svariati motivi: è una pratica che tutti possono mettere in atto; è un atteggiamento che mette in moto la creatività; è un’azione che responsabilizza nei confronti dell’uso delle risorse del nostro pianeta e della dismissione dei rifuti; è un’estetica basata su semplicità ed economia; è un’etica che recupera valori come il rispetto e la cura per le cose che ci circondano: è un’occasione per andare verso uno sviluppo sostenibile.
    Questo libro vuole così stimolare, attraverso alcune centinaia di esempi di riuso, lo sviluppo della capacità di vedere una nuova dimensione funzionale ed estetica negli oggetti che hanno concluso la loro funzione “ufficiale”, quella per la quale sono nati ma, probabilmente, non la sola che siano in grado di ricoprire.

    20,00
  • VIA TARQUINIO PRISCO

    Michele Cosentino, a Roma da tre anni per un lavoro poco gratificante nel campo dell’editoria, è il giovane protagonista di questo romanzo: siciliano, carattere introverso, è incapace di inserirsi nel nuovo ambiente sociale e di evolvere la parte profonda della sua esistenza, vittima di una sorta di paralisi psicologica e morale. Incontra casualmente Giovanni Sardo, suo ex professore di liceo, che lo ospita nella sua casa di via Tarquinio Prisco: ancora di più emerge in lui una sorta di isolamento, di “male di vivere”, poiché sia gli amici, sia Sardo pensano solo ad andare in giro per locali e ad abbordare donne, inseguono il divertimento e il piacere come ideale di vita, l’obbligo di essere felici, accoppiarsi, scatenarsi. Tutto ciò appare a Michele una triste e vuota realtà dove ciò che domina è l’incapacità di raggiungere un genuino piacere finale nella vita, in cui non si diventa felici, ma solo appagati, soddisfatti, sazi. Può essere, allora, l’astinenza una possibile soluzione? Può il disgusto e la negazione degli impulsi, degli istinti trovare una corrispondenza sana all’esterno, interfacciarsi in una modalità relazionale costruttiva? Le vicende nelle quali Michele è coinvolto aprono e sviluppano scenari appassionati e dolenti in cui il lettore è libero di comprendere ed elaborare la complessità di un combattimento interiore dai significati incerti.
    Il romanzo di Mauro Tomassoli ci porta con sapienza nella dimensione interiore delle pulsioni e di un certo disagio inconscio ed esistenziale, ed esprime il dramma dell’uomo moderno, aggravato dallo squilibrio fra la rapidità impressionante del progresso che bombarda di novità ed impone ritmi e modelli, e la persistenza di dilemmi ontologici che l’evoluzione della scienza e della tecnica non risolve, ma rende ancora più laceranti.

    12,00
  • AL CENTRO DELL’ANIMA

    E siamo a tre.
    Dopo “Per Aspera ad Astra” e “Lacrime di cristallo”, ecco che l’autrice Romilda Ciardullo libera la sua terza opera, la raccolta di poesie “Al centro dell’anima”. Libera, verbo che non uso a caso, perchè le poesie di Romilda sembrano covare in un “nido/prigione” oscuro, per poi uscire fuori con tutta la loro forza, la chiarezza e la potenza della parola, soltanto rafforzata dalla permanenza negli abissi sconosciuti dell’anima.
    E lei, la poetessa Romilda Ciardullo, non fa altro che liberare una serie di parole dotate di una potenza, di una forza, di una maturità, che ha dentro di sè, e che rappresenta il suo Centro dell’Anima, non a caso titolo della silloge.

    dalla Prefazione di Salvatore Genovese

    8,00