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STELLARUM OPIFICE
Celeste e altre figlieOh padre mio, voi che con quell’occhiale maraviglioso
le stelle avete avvicinato vicino e anco più vicino,
sapeste come anch’io desidererei prender con la mano
e serrare nel pugno quel che mi appare lontano e d’improvviso
farlo arrivar vicino e più vicino…Oh, mein Vater. Sie haben mit jenem wunderbaren
Glas die Sterne näher und näher gebracht. Wenn Sie
nur wüssten, wie ich mir auch wünschte, das anzufassen
und in die Hand zu schließen, was mir so weit
weg scheint, um es plötzlich näher und noch näher zu
bringen…Oh! Mon père, vous qui avec cette lunette merveilleuse
avez rapproché les étoiles, tout près et encore
plus près, si vous saviez combien moi-aussi je souhaiterais
prendre dans la main et serrer très fort ce qui
m’apparaît si loin et soudain rapprocher tout près et
encore plus près…La figlia di Galileo, Virginia, viene alla luce al fiorire di un nuovo secolo: il 1600. A 13 anni, per volere del padre, entra nel convento di San Matteo in Arcetri prendendo il nome di suor Maria Celeste. Galilei esplora i massimi sistemi, Celeste ha bisogno di una coperta per scaldarsi, chiede selvaggina per le consorelle malate e sogna una cella “tutta per sé”. Al padre invia collari imbiancati e medicine dalla spezieria del convento e, intanto, si strugge nel desiderio di vederlo: “Ah, se V.S. potesse penetrar l’animo e il desiderio mio come penetra i cieli…”.
La vicenda di Celeste rinvia ad altre figlie: da Minerva uscita dalla testa di Giove a Tatiana Tolstoj, da Eleonor Marx ad Anna Freud senza dimenticare
Matilde Manzoni: “Vero, caro papà, che se dovessi star male tu verresti?”.* * *
Die Tochter von Galileo, Virginia, kommt zu Beginn des XVII Jahrhunderts zur Welt. Im Alter von dreizehn Jahren tritt sie, nach ihres Vaters Willen, in das Kloster San Matteo in Arcetri ein und nimmt den Namen Schwester Maria Celeste an. Galilei erforscht die hauptsächlichen Weltsysteme; Celeste braucht dringend eine Decke, um sich zu wärmen, sie bittet um Wildbret für die kranken Mitschwestern und träumt von einer Zelle „nur für sich”. Dem Vater schickt sie gebleichte Kragen und Medikamente aus der Klosterapotheke und vergeht inzwischen vor Sehnsucht, ihn wiederzusehen: „Ach, mein geliebter Herr Vater, wenn Sie in meine Seele und in mein Verlangen eindringen könnten, wie Sie in den Himmel eindringen…”
Celestes Leben verweist auf andere Töchter: die aus Jupiters Kopf entstandene Minerva, Tatiana Tolstoj, Eleonor Marx und Anna Freud, ohne
Matilde Manzoni zu vergessen: „Stimmt es, lieber Vater, dass du kommen würdest, falls ich krank wäre?”* * *
La fille de Galileo, Virginia, vient au monde à l’aube d’un nouveau siècle: le XVIIème. A 13 ans, selon la volonté de son père, elle entre au couvent de San Matteo in Arcetri, adoptant le nom de Soeur Maria Celeste. Galileo explore les plus grands systèmes, Celeste a besoin d’une chaude couverture,
demande du gibier pour ses consoeurs malades, et rêve d’une cellule “toute
pour soi”. Elle envoie à son père les rabats de cols blanchis ainsi que des
potions de l’herboristerie du couvent tandis qu’elle brûle du désir de le voir: «Ah! Si mon Seigneur Père pouvait pénétrer mon âme et mes désirs comme il pénètre les cieux…».
L’histoire de Celeste rappelle d’autres filles célèbres: Minerve, née du cerveau de Jupiter, Tatiana Tolstoï, Eleonor Marx, Anna Freud et enfin, Matilde Manzoni: “N’est-ce pas que tu viendrais, mon cher père, si j’étais souffrante?”Traduzioni del testo teatrale:
Dorica Poggi in tedesco
Michel Rocher in francesePadre che sei nei cieli
di Manuela FraireGalileo Galilei
di Bernd BergeEin nachmittag bei den klarissen
di Jenny KirschblumMon Père
di Maria LaboritUne ombre sur le mur
di David HaziotTEATRO 53
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IL MIO COPPI
pedala, pedala“Il mio Coppi”, pièce teatrale interpretata da Pamela Villoresi, da un racconto di Albe Ros, testo di Daniela Morelli e regia di Maurizio Panici. Pamela Villoresi interpreta il ruolo di Maria, sorella maggiore di Coppi. Il momento è drammatico: Coppi è in agonia e Maria cerca di trattenerlo con la forza del suo amore e della sua pedalata. Con la memoria di una vita vissuta in fuga, una vita che ora sta per fuggire davvero.
TEATRO 51
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EL MATADOR
racconti desaparecidosConosciuta ai più, la storia della Guerra Sporca e il dramma dei desaparecidos argentini, vengono narrate in “EI Matador” in modo diverso e innovativo. Le vicende ruotano attorno alla vita di un piccolo orfano che cresce tra fette di pane, sugo al pomodoro riviste sportive e partite di calcio, accudito dalla Nonna e da un piccolo televisore rosso di marca Brionvega.
ll protagonista in scena è adulto e ricorda con gioia e dolore assieme il suo passato e le sue privazioni, e tragicamente in quegli anni non è solo.
Ad essere privato dei loro affetti più cari, come lui, migliaia di Madri argentine.Dalla presentazione di Antonio Nobili
TEATRO 52
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BUENOS AIRES TANGO…
Viaggio dell’Emigrante calabrese sulle strade del Tango argentinoLo spettacolo è ambientato quasi interamente in Argentina, nel porto di Buenos Aires. Non c’è una vera e propria unità di tempo, in quanto in scena si vedono pezzi della vita dell’emigrante a distanza di anni, scanditi dalla musica argentina: il Tango. Per una questione poetica, stilistica e di tradizione, il Tango parlerà in madre lingua o attraverso la musica.
TEATRO 50
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IL TIGLIO. Foto di famiglia senza madre – LA PORTA
IL TIGLIO
Foto di famiglia senza madreNord. La separazione tra un padre e un figlio, e l’inserimento di quest’ultimo in una comunità per disabili psichici. Un processo lungo e sofferto, fatto di incontri e scontri, verità e mezze bugie, tenerezze e silenzi, dialoghi a volte surreali; il tutto sotto gli occhi di una improbabile dottoressa.
LA PORTA
Sud. Due fratelli non più piccoli trascorrono i giorni chiusi dentro la propria camera, aspettando la madre. Una claustrofobica attesa in cui lo scorrere del tempo è scandito da giochi infantili, veloci battibecchi e letture di articoli di giornale, unici indizi della presenza di un mondo esterno.
TEATRO 49
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IN SCENA
Sfogliare una rivista, un libro, osservare la realtà delle cose e degli uomini, i paesaggi, i luoghi, è come aprire una finestra sul mondo, anzi, è come sollevare il sipario sul palcoscenico della commedia umana, fatta di melodrammi e tragedie, di lirismo e comicità. Immagini di scene, realistiche o romantiche, simili a quelle di antichi diorama, baluginanti e ritmati tra la notte e il giorno: questo è il significato che contiene l’illustrazione di copertina che è ispirata al gioco del teatro di Emanuele Luzzati.
Ogni scena raffigurata o raccontata può essere il racconto di una vicenda umana, ogni vicenda umana può essere raccontata attraverso forme artistiche diverse come il teatro, il cinema, le arti figurative, la musica, la poesia, la letteratura, la fotografia…
E il lavoro dell’artista si riferisce all’esistenza dell’uomo , testimonia le circostanze culturali e sociali ed interagisce con i luoghi di appartenenza, dove convivono una grande varietà di fenomeni collettivi e individuali, culture contrastanti e interconnesse. La cultura assume come luogo di produzione l’ambito urbano che si qualifica come luogo immaginario della cultura globale e locale.
E’ stato un grande onore realizzare questo bozzetto per quest’ opera che tratta della magia del teatro, ma la cosa più importante è quella di avere collaborato, scambiandoci affetto e stima, con una persona amica, con Dino Pittelli, che si è sempre contraddistinto oltre che per l’impegno sociale e culturale, anche per la sua professione di maestro ed educatoreEnzo Palazzo
TEATRO 48
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MY TANGO…Viaggio dell’Emigrante calabrese sulle strade del Tango argentino
Lo spettacolo è ambientato quasi interamente in Argentina, nel porto di Buenos Aires. Non c’è una vera e propria unità di tempo, in quanto in scena si vedono pezzi della vita dell’emigrante a distanza di anni, scanditi dalla musica argentina: il Tango. Per una questione poetica, stilistica e di tradizione, il Tango parlerà in madre lingua o attraverso la musica.
TEATRO 47
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REAL MADRID – ROMA 1-2
Atto QuintoE’ stato detto: al Santiago Bernabeu novanta minuti possono essere lunghissimi. Molto più lunghi che altrove. Questa la particolare dimensione in cui siamo andati a vincere una gara che ci sarebbe bastato pareggiare, ma che se avessimo provato a pareggiare, avremmo senz’altro perso, e che invece tentando di vincere per riuscire a pareggiarla, a un certo punto ci siamo trovati a vincerla, e poi di nuovo a pareggiarla. Allora abbiamo provato ancora a vincerla per conservare quel pareggio sino alla fine, e alla fine…
… no, presso la fine…
… nell’anarchia degli attimi estremi, in un tempo di recupero in cui la masnada dei novanta minuti insisteva a propagare un senso di interminabilità…
… solo a quel punto…
… the titie!
Il titolo di stasera!… Il titolo dello spettacolo, del libro!…
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE -
CLARA SCHUMANN
“Cosa significa essere “rivale” del proprio consorte (pianista riuscita lei, pianista fallito lui per assurdi esperimenti cui sottopose le dita fino a rovinarsi una mano)? Come si concilia la propria carriera con la maternità (otto figli in quattordici anni, con il quinto, Ludwig, anche lui malato di mente)? Come si convive sedici anni con un genio? Qual è la propria responsabilità, nella sua lotta durata oltre un quindicennio, contro la follia? Ciò che avvince nel monologo-confessione di Clara è che essa ci viene porta senza infìngimenti, ma anzi come l’ammissione di una scoperta disarmonia interiore, se non proprio un dissidio tra sé e l’altro da noi”.
dalla prefazione di Guido Davico Bonino
TEATRO 46
Testi in italiano
in francese (en francais)
in croato (na hrvatskome)Traduzioni del testo teatrale
Anne Manceron in francese
Sandro Damiani in croatoInterventi critici
Dissonances
di David HaziotSchumann,
ludilo u vrijeme karnevala
di Miljenko Jergovié“Il tuo amore è la mia vita”
di Angela Annese -
NOTTE DI EleoNora GIORNO
Bilingue: italiano e ucrainoNotte di EleoNora Giorno è un dramma che attraverso una sospensione spazio-temporale compone, in un unico atto, uno squarcio di psicologia femminile in emersione da eventi storici e politici dell’Unione Sovietica. E’ un testo che nel dialogo sfiora l’assurdo e nasconde, in una struttura di rimandi e del doppio, una narrazione in grado di produrre, dentro un indefinito presente che rimanda al passato, un costante perturbamento.
Messo in scena dal regista Oleksandr Balaban presso il Centro Nazionale di Arte Teatrale Les’ Kurbas di Kiev nella stagione 2008-09, lo spettacolo ha avuto 31 repliche.
Nic EleoNoiy Den’ è il primo testo teatrale ucraino tradotto in italiano.TEATRO 45
Traduzione di Anastasiya Rakhuba
A cura di Erica Faccioli -
ROMA-JUVENTUS 3-2
Atto Quarto“Un’onda si spande in lontananza, verso la Nord. Morini lancia un pallone lungo in area.
Lunghissimo, da sotto la Tevere. Prati lo stoppa di petto dando le spalle alla porta, che è un rettangolino minuscolo ai limiti del mondo. La palla picchia in terra e, sul rimbalzo, il mio idolo, balocco dei miei sogni, ha una torsione repentina, la impatta di collo pieno e in mezza girata la sbatte sotto la traversa.
Mai visto così bene dal parterre della Sud un gol fatto sotto la Nord!
Benedico la miopia accresciuta che mi ha imposto lenti che ricusavo da troppo, e che dunque mi ha permesso al meglio la visione di quel gol magnifico.
Per una volta, sono io che posso raccontarlo a chi non l’ha capito.”
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE -
ROMA-LIVERPOOL 1-1
Atto Terzo“Roma-Liverpool l’avevo un po’ scansata da me, ma mai abolita.
Come abolire un kolossal?… Un kolossal dell’anima. Roma. Roma e la sua finale. ..
… la città si era guadagnata quella finale di Coppa Campioni `83/’84 prima che riuscisse a farlo la propria squadra. Al tentativo numero uno.
Meraviglia delle meraviglie! Come non pensare al miracolo!? E una porzione di miracolo ci è stata data.
Tutto intero no, ma una porzione di miracolo già basta a segnare una vita.
Qui, e non altrove, nella Roma della Roma, si sarebbe disputata l’ultima gara.”
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE -
PISA-ROMA 1-2
Atto Secondo“Stasera siete tutti invitati ad abitare con me questo tempo di sosta, di vita sospesa. Questo segmento durante il quale il miracolo che sembrava stesse per avvenire fu colto da ictus, senza tuttavia svanire.
Sarà indispensabile, però, raccontare anche motto di ciò che sta prima di questo segmento, e un po’ di ciò che gli sussegue.
A cominciare da una Nazionale campione del mondo che restituisce alla Serie A una Juventus coi connotati della superpotenza.
Fatto salvo Bruno Conti, ce li ha tutti lei: gli azzurri migliori; il francese migliore; il polacco migliore. E chi non era migliore da prima, lo è diventato durante. Vedi Paolo Rossi.
La si direbbe una corsa a uno. Difatti!…
… Solo che quell’uno non sarà l’uno che era stato previsto.”
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE -
LAZIO-ROMA 3-3
Atto Primo“I 90 minuti sono aggrediti.
Già non sono più 90. Già un po’ meno. Diminuiti di qualche secondo, ma diminuiti.
Il derby, cominciando, comincia a finire. Ma, Dio, quanto sarà lungo!
Un countdown… un countdown…
Che racconterà? Cosa ci costringerà o ci permetterà di vivere?
La Roma attacca. C’è. Mi rincuoro. Ci rincuoriamo tutti. Il che non vuol dire smettere di tremare. Le due cose possono andare di pari passo.
Firmeresti per un pareggio?… Per risposta, più smorfie che parole.
In molti non hanno il coraggio di dire sì. Di ammettere che per una volta non hanno voglia di aver coraggio.
Anche chi lo domanda, lo fa perché in fondo vorrebbe stimolare un’eco esplicita del proprio sì implicito. Sì che firmerei! Certo che firmerei!
Una tentazione tabù.”
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE -
DESAPARECIDO
Scendere in piazza per un diritto. Scendere in piazza per avere qualcosa di necessario: il libretto studentesco liceale. Un documento che dà la possibilità di avere sconti sui testi scolastici e sull’utilizzo dei mezzi pubblici. Un diritto, una possibilità di continuare il proprio percorso di studi, di vita. Tutto parte da qui. Il coraggio di alcuni giovani che lottano per i propri sogni e che verranno considerati per questo motivo dei “sovversivi”. Perciò vengono rapiti, torturati, seviziati e uccisi. Tutti tranne uno: perché “si è deciso che tu devi vivere, ma una condizione: devi dimenticare quello che hai visto qua dentro, anzi devi dimenticare di essere stato qui dentro”. Abbiamo deciso di partire da qui, dal tema della triste Notte delle Matite, come la chiamava in gergo la polizia argentina. Una pagina terribile della triste storia dittatoriale argentina, che va dal 1976 al 1983; un periodo conosciuto come Guerra Sporca. Ci siamo fermati a capire e ci è venuta la voglia di raccontare, attraverso la pittura, il tango e il teatro, con una mostra e uno spettacolo, la storia di questi ragazzi le speranze che per loro voleva dire quella manifestazione. Già, una manifestazione, come se ne fanno tante oggi, per qualsiasi motivo. Oggi è quasi una “routine” lo scendere in piazza, ma quanti credono fermamente in quello che fanno, in quello per cui vanno a manifestare, al punto di dare la vita per i loro ideali? Quei ragazzi erano pronti a dare la loro vita per i loro sogni, a differenza di molti ragazzi e manifestanti di oggi, o forse, come molti ragazzi e manifestanti di
oggi… Non lo sappiamo, ma crediamo che mostrare ai ragazzi, alle persone, la storie di quei ragazzi, di quelle persone, possa essere
utile a fare una riflessione. Una riflessione, questo vogliamo. Perché nel mondo di oggi, che va ad una velocità supersonica, molto spesso non c’è il tempo per fermarsi a riflettere. Eppure, a volte, sarebbe meglio riflettere e imparare dal passato….
(Lo spettacolo teatrale è accompagnato da una mostra di quadri e da ballerini di Tango). -
GAY PANIC
Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq.
Un turno di guardia in una torretta di sorveglianza. Daniel, un marine americano. Zaggam, una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena.
Questo accenno di conoscenza, di amicizia e infine di amore fisico diventa suo malgrado tragedia, ma conserva l’ironia e lo stupore possibili solo per una vicenda staccata dalla macchina mediatica e dai suoi bollettini di guerra. Un frammento della guerra che include l’elemento decisivo della sessualità, nonché la sindrome, il “gay panic” appunto, che minaccia il sistema nervoso dell’esercito americano.
Daniel e Zaggam con le loro incertezze e i loro dubbi hanno la missione di ricondurci nello spazio mentale dove “quello che si vede non è quello che è”. Il loro confronto ci offre il privilegio di osservare due individui alle prese con il problema della comunicazione, con la difficoltà di restare umani in un contesto che per ragioni diverse li ha isolati rendendoli sempre più estranei a sé stessi, sempre meno convinti di prendere parte alla Storia. -
STELLARUM OPIFICE
Omaggio a Suor Maria Celeste GalileiLa figlia di Galileo, Virginia, venne alla luce al fiorire di un nuovo secolo: il 1600. Nacque dalla relazione illegittima dello scienziato con Marina Gamba di Venezia. Dopo il suo tredicesimo compleanno Virginia entrò nel convento di San Matteo in Arcetri prendendo il nome di suor Maria Celeste.
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FRANCESCA
La santa degli emigrantiFrancesca Cabrini, la santa degli emigranti in un monologo scritto da Enrico Groppali e diretto da Maurizio Panici. Il lavoro è stato presentato ai Mercati di Traiano a Roma per il Festival Internazionale della Spiritualità “Divinamente 2010” diretto da Pamela Villoresi.
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WAKEFIELD, L’UOMO CHE VOLÒ OLTRE SE STESSO
“Wakefield” è una novella di Hawthorne che narra di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori.
Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via, e qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie (ormai spenta da una vedovanza ritenuta certa) con l’intenzione di riavviare il ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto.
Da qui si parte per un viaggio che, attraversando Poe e Melville, giunge imprevedutamente alle Olimpiadi messicane del ’68 per raccontare una prodigiosa impresa sportiva…
… per raccontarla dal di dentro, quasi in presa diretta…
… e per raccontare qualcosa da molti dimenticata.
O forse mai saputa. -
DEFCON X
Defcon X è la prima opera letteraria della Compagnia Fantasma. La vicenda si svolge a Bologna, una città preda della propria furia sicuritaria, in cui è difficile distinguere tra chi davvero dovrebbe fare paura e chi con la paura guadagna e controlla. Il dottor Francesco Passini, psicologo, all’indomani della morte di suo padre cerca di contattare Paolo Rapetti, un vecchio paziente che sembra sparito nel nulla. Dopo i primi tentativi andati a vuoto la ricerca del dottore si trasforma ben presto in un’ossessiva corsa contro il tempo che lo metterà faccia a faccia con le proprie paure più recondite. Defcon X è una storia in cui i personaggi cercano una possibile via d’uscita alla paranoia collettiva o, al contrario, la sposano definitivamente, una storia che riflette sulle angosce reali o presunte del mondo in cui viviamo.