IL VANGELO SECONDO ANTONIO
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Don Antonio, un parroco di una piccola comunità, vicario generale del vescovo, si ammala di Alzheimer. Al suo fianco la sorella, devota perpetua dal carattere rude e un giovane e candido diacono. La malattia colpirà la mente brillante di questo sacerdote e nulla sarà più come prima: i congiunti si muoveranno a tentoni in un terreno per loro sconosciuto, con rabbia, insofferenza e shock. Don Antonio, entrato nella nebbia, inizierà a perdere tutti i riferimenti della sua vita ma allaccerà un rapporto nuovo e singolare con Cristo che porterà avanti anche quando, alla fine, si sarà dimenticato della malattia stessa. Il racconto della malattia, condito dell’involontaria comicità che si porta dietro, è anche il pretesto per riflettere sulla fede e sul senso religioso che ognuno di noi, volente o nolente, ha dentro di sé.
SKU: | 978-88-99514-77-8 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2018 |
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ATRIDI
L’opera realizzata dall’autore con il suo dramma Atridi (che nasce dalla saga mitologica narrata da Eschilo), merita di essere segnalata per molteplici aspetti. In primo luogo, la trasposizione in una Sicilia tormentata dagli accadimenti dell’Orestea (458 a.C.), consente la risemantizzazione, esegeticamente stimolante, delle ancestrali leggi del ?e??s, interpretate come norma mafiosa del sangue e della sopraffazione, cui si contrappone la legge “nuova” dello Stato. Con felice intuizione drammaturgica le divinità che nell’Orestea incarnavano le due culture, antagoniste (le Erimmi da una lato, Apollo e Atena dall’altro) assumono qui le sembianze di due religiosi, don Pino, la cui figura riflette con profondi accenti di verità la offerta esperienza pastorale di un sacerdote, padre Puglisi, realmente caduto per mano mafiosa, l’altro, monsignor Mario, maschera coerente di una religiosità ridotta a mero instrumentum regni, duttile utensile al servizio della violenza del più forte.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di Roma,con interprete principale Pamela Villoresi e regia di Maurizio Panici. -
LA MATASSA E LA ROSA
Il nazismo fece scempio di tanti Uomini e Donne di Fede, ma non riuscì ad oscurare, a distruggere i loro alti valori religiosi e morali. Ciò che è più interessante, non è certo stabilire la superiorità di una dottrina rispetto ad un’altra, bensì poter riflettere e partecipare ad uno scontro dialettico e costruttivo su percorsi diversi per raggiungere la Luce, ma opposti alla logica del buio, del potere, della violenza e della morte che sono state proprie del nazismo.
Lo spettacolo è un oratorio dedicato alla vita, alla fede, al martirio di Edith Stein: ebrea di nascita, convertita al cattolicesimo, allieva e poi assistente di Husserl, carmelitana, fu deportata ed entrò nella camera a gas del lager di Auschwitz nel 1942. Prima di esservi tradotta, Edith Stein fu ospite per pochi giorni nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda. Nello stesso periodo, per circa un anno, vi fu costretta anche Etty Hillesum, giovane scrittrice ebrea. Pare che le due si siano veramente incontrate nell’agosto del 1942 (pochi giorni prima della deportazione ed uccisione di Edith Stein) ma cosa si siano dette nessuno lo sa.
Ecco, proviamo ad immaginare di essere per un’ora in prigionia con loro e di poterle ascoltare mentre parlano sottovoce.
Testimonianza della loro luminosa esistenza, che durante il tenebroso evento del nazifascismo, ha liberato lo spirito che in loro gemeva e cantato un canto nuovo alla fede, alla vita, a dio. -
CON LE TUE LABBRA SENZA DIRLO
Con le tue labbra senza dirlo è il monologo tragicomico di un giovane autore/attore che approfitta del palco per confessare tutta la sua arroganza. L’arroganza di un amore, profondo, viscerale, che si traduce in un gioco di maschere in cui la parola passa senza distinzione dall’autore all’attore, in un continuo rimescolamento delle parti. Quale migliore alchimia per esprimere, all’esordio, tutto il proprio amore per il teatro?! Amore arrogante, che restituisce, di riflesso, l’arroganza della sfida che il teatro lancia a quanti vogliono calcarne le scene. Da qui la galleria di personaggi con cui impatta il giovane autore ai primi passi – dalla famiglia, al parroco, ai baroni dell’arte.
Massimo Canepa
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ATREUS ET ILIONA
“Atreus et Iliona ”, proposto dall’autore, racconta di due protagonisti del mito e dell’epica classica greca. Questa lettura mitologica è, in verità, liberamente ispirata a due titoli di tragedie latine rispettivamente di Accio e Pecuvio, autori latini del II sec.a.C., le cui opere, tranne pochi frammenti, sono andate perdute. Il tema centrale è quello della vendetta, della violenza perpetrata ai danni del nucleo familiare, che prelude ai giovani la possibilità di un vivere normale, di un futuro certo.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di
Roma e Segni dell ’Anima di Prato. -
CHEZ SERAFINA
Contessa di CagliostroParigi. Fine settecento. Mancano pochissimi anni alla Rivoluzione Francese. Un salotto: una singolare padrona di casa e un gruppo di ospiti altrettanto particolari:
siamo al volgere del razionalismo secolo dei Lumi, Serafina, emulando il marito, il famoso Conte di Cagliostro, ha fondato una “sua” loggia massonica femminile di rito egizio. Le fa da aiutante e cerimoniere un personaggio inquietante, ironico e malinconico, nè uomo nè donna ma forse sintesi di entrambi i sessi, che accoglie le visitatrici e le aiuta nel viaggio di iniziazione… -
VOCI DALLA CITTÀ
I testi di questo libretto sono stati composti per Città in condominio, iniziativa realizzata per tre anni a Milano da un gruppo di autori (Mauro Carli, Renata Ciaravino, Carlo G. Gabardini, Renato Gabrielli, Renata M. Molinari, Giampaolo Spinato, Roberto Traverso, Tommaso Urselli) con il proposito di sperimentare diverse scritture per raccontare la città, coinvolgendo altri autori e attori.
I luoghi che hanno ospitato questi testi: a Milano il Teatro Out Off, il tendone di esterni, la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, l’Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, il Progetto Stazioni del Teatro Arsenale; l’Arboreto di Mondaino (Rimini); il Festival Castel dei Mondi (Andria).
Hanno detto le parole di questo libretto: Silvia Baldini, Tommaso Banfi, Egidia Bruno, Marta Comerio, Jenny De Cesarei, Gianluca De Col, Francesca Perilli, Claudio Raimondo, Mario Sala, Tommaso Urselli, Elisa Zanolla.
Da questo materiale prendono vita due lavori:
Ma che ci faccio io qua? — immagini note parole per uno s-concerto sulla città, presentato a Milano al Teatro della Contraddizione nel marzo 2006 per la sezione Transiti, in collaborazione con il regista Paolo Trotti e il musicista Alberto N. A. Turra; una ulteriore evoluzione del lavoro viene presentata nel mese di maggio al Teatro della Cooperativa, per la rassegna Lavori in corso
Piccole danze quotidiane, presentato in forma di studio presso il Teatro Mohole, Milano, con la partecipazione di Monica Gallarate, Lucrezia Maniscotti, Maria Pietroleonardo, Pino Polimeni, Barbara Tonon. -
IO, CATERINA SFORZA
Sono allievo di cinema di Silvano Agosti.
I tarocchi me li ha insegnati Jodorowsky.
Ho realizzato due cortometraggi “importanti”: Buio Omega 2 (menzione speciale al festival di Bellaria) e “It’s a Blue blue day”. Ho scritto la sceneggiatura di “Giravolte” di Carola Spadoni. Il film è stato proiettato a Torino, a Chicago, in Egitto, alla Berlinale. Ho collaborato anche al film “Il killer evanescente” di Paolo Doppieri.
Ho realizzato la prima parte de “La clinica dei sogni”, che è stata presentata al Roma film festival. -
DON PASQUALE (commedia in un atto)
Ristampa in italiano e francese della commedia “Falsi e sciocchi pregiudizi”.
Questa piccola commedia di un atto è nata in occasione delle recite dell’anno scolastico tenute dagli alunni della classe III sez. B del Liceo Classico di Cassano All’Jonio. Il risultato ottenuto propone lo squarcio di uno spaccato di mondo paesano con i morsi della disoccupazione, dell’emigrazione, dei beceri pregiudizi razziali, del contrasto tra mondo giovanile e radicate convinzioni degli adulti, del tenace attaccamento alla “roba” del rozzo “massaro”.