GAY PANIC
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Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq.
Un turno di guardia in una torretta di sorveglianza. Daniel, un marine americano. Zaggam, una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena.
Questo accenno di conoscenza, di amicizia e infine di amore fisico diventa suo malgrado tragedia, ma conserva l’ironia e lo stupore possibili solo per una vicenda staccata dalla macchina mediatica e dai suoi bollettini di guerra. Un frammento della guerra che include l’elemento decisivo della sessualità, nonché la sindrome, il “gay panic” appunto, che minaccia il sistema nervoso dell’esercito americano.
Daniel e Zaggam con le loro incertezze e i loro dubbi hanno la missione di ricondurci nello spazio mentale dove “quello che si vede non è quello che è”. Il loro confronto ci offre il privilegio di osservare due individui alle prese con il problema della comunicazione, con la difficoltà di restare umani in un contesto che per ragioni diverse li ha isolati rendendoli sempre più estranei a sé stessi, sempre meno convinti di prendere parte alla Storia.
SKU: | 978-88-96254-19-6 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2010 |
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Autore | |
Formato |
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MARLENE
Nel nome della protagonista – Maria Magdalena – é già segnato il percorso umano e artistico che per decenni e fino ai nostri giorni, ha sollecitato l’immaginario collettivo, consegnando al mondo l’icona di una bellezza prima ferocemente costruita e poi tenacemente mantenuta fino all’inevitabile declino.
Di questa discesa il testo di Manfridi é testimonianza. Marlene é una “via crucis” dolorosa, che parallelamente all’alimentarsi del mito fa sprofondare la protagonista nelle pieghe più “umanamente degradate”: i rapporti con gi uomini, gli innumerevoli amanti, un marito che rimane sempre sullo sfondo, una figlia che si occupa di lei fino alla fine ma con cui ha un legame difficile.
Sullo sfondo si muove la Storia che cambierà l’ordine naturale delle cose: Marlene l’attraversa cercando comunque di proteggere il suo mito, essendo la prima icona moderna consegnata alla nostra inesauribile e insaziabile voglia di eterna bellezza attraverso le luci e le ombre create dal suo “mefistofelico” amante e mentore Joseph Von Sternberg.
Marlene come una riflessione sulla necessità di creare “miti” ma anche, soprattutto, la storia di una donna fragile/indistruttibie, sezionata nei suoi affetti, nei suoi rapporti, che impietosamente si mostra nella sua temibile alterità fino alla consegna finale attraverso uno struggente e infinito piano sequenza diretto dal suo maestro di sempre.
Un testo, questo di Manfridi, nella grande tradizione nordica che comincia con August Strindberg canta fino a Ingmar Bergmar.
Le canzoni saranno il filo rosso di questo spettacolo, per ricomporre pienamente il quadro di un’epoca fortemente dolorosa, segnata dalla guerra da cui disperatamente si cercava una via di uscita.
La scena è uno spazio mentale della memoria dove la protagonista ritrova le figure più importanti della sua vita in una “danza di morte” di strindberghiana memoria.Maurizio Panici
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Video – Monologo
Nuova edizione Bilingue Italiano-Spagnolo- monologo teatrale-.
Vedere, essere visti: il nodo gordiano. La ferita del vedere non da meno dolorosa di quella inferta dalla mano del chirurgo. Divenire invisibili o ingigantire. Una donna monologa con Elsa e, nel mentre, Napoleone continua a vincere a Marengo e monete col nome di quella battaglia rilucono ancora oggi al sole. Un monologo denso di “pietas” quanto dei pixel di milioni di video accesi tutti assieme, così bruciante ed attuale, così colmo di vitalità e di autentica poesia. -
FAMIGLIA MISERICORDIA
A tutte le famiglie, affinché possano trovare, sempre, la forza e l’entusiasmo per affrontare e superare i problemi della vita, restando unite… perchè è sempre meglio addormentarsi col sorriso.
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BOCCHECIAMPE
Condivido i ragionamenti di Sharo Gambino sul “caso” Boccheciampe. Mazzini e molti altri lo hanno indicato come un infame traditore e come il responsabile della sconfitta della spedizione dei fratelli Bandiera. ma non è vera né l’una né l’altra accusa. Boccheciampe non era una spia austriaca o borbonica, ma un giovane di belle speranze che, come confessa nel radiodramma scritto da Sharo, «preso dalla paura, anzi, addirittura dal panico di chiudere dinanzi ad un plotone di esecuzione i miei trent’anni e non per qualcosa che ne valesse la pena (…) non possedendo la forza di fare l’eroe ad ogni costo, pensai di salvarmi facendo qualche rivelazione».
Boccheciampe, spaventato di essere fucilato ha parlato, ma anche la maggior parte dei suoi compagni durante il processo ha cercato di salvarsi la vita.
… La spedizione dei Fratelli Bandiera non è certo fallita per la delazione di Boccheciampe. Come scrive Sharo Cambino, anche senza di lui sarebbe fallita, poiché “era partita fallita”. Il Borbone ne aveva avuto notizia fin dalle prime mosse, attraverso alcune lettere dei patrioti intercettate dallo spionaggio inglese e nella stessa Corfù le mosse degli Esperidi erano di dominio pubblico. La spedizione fu un disastro anche sul piano militare, caratterizzata da ingenuità, superficialità e avventurismo…Giovanni Sole
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GERUSALEMME
IL GIARDINO DI MIRIAM E SALMANPer amore di Israele e dei suoi e nostri fratelli e sorelle Palestinesi è stato scritto questo testo di Lidia Caputo: nella storia del «possibile impossibile
» amore di Myriam, ragazza Ebrea, e Salman, giovane Palestinese, storia «battezzata» nel sangue degli innocenti, è un futuro che si lascia intravedere.
Un futuro che passa attraverso la conversione dei cuori e la fiducia che il “fratello – nemico” possa ritornare ad essere – per gli uni e gli altri – quello
che è davanti agli occhi di Dio: semplicemente il «fratello».Dalla prefazione di Bruno Forte
Lidia Caputo’s text was written because of the love she has for Israel and her and our Palestinian brothers and sisters. In the story of the «impossible – possible» love between a Jewish girl, Miriam, and a Palestinian young man, Salman, a story “baptized” in innocent blood, a future ray of hope can be perceived, a future which passes through the conversion of hearts and the faith that the «brother-cum-enemy» may go back to being – for one and the other – what he was before the eyes of God:
simply, the “brother”.From Bruno Forte’s preface
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IL CURATO E IL PAGLIACCIO
“Io credo che la normalità sia il male e la follia sia il peggio. Io credo che il diritto di essere diverso sia anche il diritto di essere uguale”.
Queste le parole di Sandro Gindro, psicoanalista di formazione freudiana, compositore e drammaturgo, cui si deve l’autonomo percorso verso Psicoanalisi Contro nonché la fondazione dell’Istituto Psicoanalistico per le Ricerche Sociali.
Dalla drammaturgia emerge un unico personaggio: il curato che si dibatte tra le due sue anime: quella del prete e quella del pagliaccio.
La questione è credere o no nell’esistenza di Dio. Ma una volta ucciso il pagliaccio, l’unico che sapeva ringraziare e per il quale valeva la pena che fosse stato creato il sole, il mare, gli alberi, il solo che sapeva goderne, “che farà Dio ”, si chiede il prete.
Ammettendone così l’esistenza. Come pure la ammette il ragazzo non vedente, che ne canta una dimostrazione, ispirata alla prova ontologica di Sant’Anselmo da Aosta. -
WAKEFIELD, L’UOMO CHE VOLÒ OLTRE SE STESSO
“Wakefield” è una novella di Hawthorne che narra di un uomo determinato a guardare la propria vita dal di fuori.
Per farlo, il protagonista abbandona la famiglia prendendo alloggio nella stanza di una pensione che fronteggia la casa da cui è venuto via, e qui rimane per una ventina d’anni sino al giorno in cui decide di riattraversare la strada e ritornare dalla moglie (ormai spenta da una vedovanza ritenuta certa) con l’intenzione di riavviare il ménage di un tempo come se nulla fosse accaduto.
Da qui si parte per un viaggio che, attraversando Poe e Melville, giunge imprevedutamente alle Olimpiadi messicane del ’68 per raccontare una prodigiosa impresa sportiva…
… per raccontarla dal di dentro, quasi in presa diretta…
… e per raccontare qualcosa da molti dimenticata.
O forse mai saputa. -
ATREUS ET ILIONA
“Atreus et Iliona ”, proposto dall’autore, racconta di due protagonisti del mito e dell’epica classica greca. Questa lettura mitologica è, in verità, liberamente ispirata a due titoli di tragedie latine rispettivamente di Accio e Pecuvio, autori latini del II sec.a.C., le cui opere, tranne pochi frammenti, sono andate perdute. Il tema centrale è quello della vendetta, della violenza perpetrata ai danni del nucleo familiare, che prelude ai giovani la possibilità di un vivere normale, di un futuro certo.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di
Roma e Segni dell ’Anima di Prato.