PISA-ROMA 1-2
Atto Secondo
5,00€
“Stasera siete tutti invitati ad abitare con me questo tempo di sosta, di vita sospesa. Questo segmento durante il quale il miracolo che sembrava stesse per avvenire fu colto da ictus, senza tuttavia svanire.
Sarà indispensabile, però, raccontare anche motto di ciò che sta prima di questo segmento, e un po’ di ciò che gli sussegue.
A cominciare da una Nazionale campione del mondo che restituisce alla Serie A una Juventus coi connotati della superpotenza.
Fatto salvo Bruno Conti, ce li ha tutti lei: gli azzurri migliori; il francese migliore; il polacco migliore. E chi non era migliore da prima, lo è diventato durante. Vedi Paolo Rossi.
La si direbbe una corsa a uno. Difatti!…
… Solo che quell’uno non sarà l’uno che era stato previsto.”
PERCHÉ UNA PARTITA… È PER SEMPRE
SKU: | 978-88-96254-25-7 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2010 |
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Autore | |
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PROTAGONISTE (tre atti unici)
In questo libro in tre atti l’autrice dà prova della propria fantastica creatività, la quale ha il pregio di dare alla fantasia i colori della realtà e viceversa e di essere al tempo stesso storia e confessione. La doppia consistenza di questa materia, ha trovato una precisa collocazione nelle tre opere: Marina e l ’altro; una tavolozza rosso sangue e la Viola di Prato. Sulla scena ad interpretare Marina e l’altro e la Viola di Prato Pamela Villoresi mentre Elisabetta Pozzi ha dato vita alle tre protagoniste di Una tavolozza rosso sangue.
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VOCI DALLA CITTÀ
I testi di questo libretto sono stati composti per Città in condominio, iniziativa realizzata per tre anni a Milano da un gruppo di autori (Mauro Carli, Renata Ciaravino, Carlo G. Gabardini, Renato Gabrielli, Renata M. Molinari, Giampaolo Spinato, Roberto Traverso, Tommaso Urselli) con il proposito di sperimentare diverse scritture per raccontare la città, coinvolgendo altri autori e attori.
I luoghi che hanno ospitato questi testi: a Milano il Teatro Out Off, il tendone di esterni, la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, l’Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, il Progetto Stazioni del Teatro Arsenale; l’Arboreto di Mondaino (Rimini); il Festival Castel dei Mondi (Andria).
Hanno detto le parole di questo libretto: Silvia Baldini, Tommaso Banfi, Egidia Bruno, Marta Comerio, Jenny De Cesarei, Gianluca De Col, Francesca Perilli, Claudio Raimondo, Mario Sala, Tommaso Urselli, Elisa Zanolla.
Da questo materiale prendono vita due lavori:
Ma che ci faccio io qua? — immagini note parole per uno s-concerto sulla città, presentato a Milano al Teatro della Contraddizione nel marzo 2006 per la sezione Transiti, in collaborazione con il regista Paolo Trotti e il musicista Alberto N. A. Turra; una ulteriore evoluzione del lavoro viene presentata nel mese di maggio al Teatro della Cooperativa, per la rassegna Lavori in corso
Piccole danze quotidiane, presentato in forma di studio presso il Teatro Mohole, Milano, con la partecipazione di Monica Gallarate, Lucrezia Maniscotti, Maria Pietroleonardo, Pino Polimeni, Barbara Tonon. -
LA MATASSA E LA ROSA
Il nazismo fece scempio di tanti Uomini e Donne di Fede, ma non riuscì ad oscurare, a distruggere i loro alti valori religiosi e morali. Ciò che è più interessante, non è certo stabilire la superiorità di una dottrina rispetto ad un’altra, bensì poter riflettere e partecipare ad uno scontro dialettico e costruttivo su percorsi diversi per raggiungere la Luce, ma opposti alla logica del buio, del potere, della violenza e della morte che sono state proprie del nazismo.
Lo spettacolo è un oratorio dedicato alla vita, alla fede, al martirio di Edith Stein: ebrea di nascita, convertita al cattolicesimo, allieva e poi assistente di Husserl, carmelitana, fu deportata ed entrò nella camera a gas del lager di Auschwitz nel 1942. Prima di esservi tradotta, Edith Stein fu ospite per pochi giorni nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda. Nello stesso periodo, per circa un anno, vi fu costretta anche Etty Hillesum, giovane scrittrice ebrea. Pare che le due si siano veramente incontrate nell’agosto del 1942 (pochi giorni prima della deportazione ed uccisione di Edith Stein) ma cosa si siano dette nessuno lo sa.
Ecco, proviamo ad immaginare di essere per un’ora in prigionia con loro e di poterle ascoltare mentre parlano sottovoce.
Testimonianza della loro luminosa esistenza, che durante il tenebroso evento del nazifascismo, ha liberato lo spirito che in loro gemeva e cantato un canto nuovo alla fede, alla vita, a dio. -
Falsi e Sciocchi pregiudizi (commedia in un atto)
Questa piccola commedia di un atto è nata in occasione delle recite dell’anno scolastico tenute dagli alunni della classe III sez.B del Liceo Classico di Cassano All’Jonio. Il risultato ottenuto propone lo squarcio di uno spaccato di mondo paesano con i morsi della disoccupazione, dell’emigrazione, dei beceri pregiudizi razziali, del contrasto tra mondo giovanile e adicate convinzioni degli adulti, del tenace attaccamento alla “roba” del rozzo “massaro”.
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ATREUS ET ILIONA
“Atreus et Iliona ”, proposto dall’autore, racconta di due protagonisti del mito e dell’epica classica greca. Questa lettura mitologica è, in verità, liberamente ispirata a due titoli di tragedie latine rispettivamente di Accio e Pecuvio, autori latini del II sec.a.C., le cui opere, tranne pochi frammenti, sono andate perdute. Il tema centrale è quello della vendetta, della violenza perpetrata ai danni del nucleo familiare, che prelude ai giovani la possibilità di un vivere normale, di un futuro certo.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di
Roma e Segni dell ’Anima di Prato. -
GERUSALEMME
IL GIARDINO DI MIRIAM E SALMANPer amore di Israele e dei suoi e nostri fratelli e sorelle Palestinesi è stato scritto questo testo di Lidia Caputo: nella storia del «possibile impossibile
» amore di Myriam, ragazza Ebrea, e Salman, giovane Palestinese, storia «battezzata» nel sangue degli innocenti, è un futuro che si lascia intravedere.
Un futuro che passa attraverso la conversione dei cuori e la fiducia che il “fratello – nemico” possa ritornare ad essere – per gli uni e gli altri – quello
che è davanti agli occhi di Dio: semplicemente il «fratello».Dalla prefazione di Bruno Forte
Lidia Caputo’s text was written because of the love she has for Israel and her and our Palestinian brothers and sisters. In the story of the «impossible – possible» love between a Jewish girl, Miriam, and a Palestinian young man, Salman, a story “baptized” in innocent blood, a future ray of hope can be perceived, a future which passes through the conversion of hearts and the faith that the «brother-cum-enemy» may go back to being – for one and the other – what he was before the eyes of God:
simply, the “brother”.From Bruno Forte’s preface
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Passio
PASSIO è una sacra rappresentazione, rifacimento di Mistero su modelli di devozione popolare di ispirazione vagamente medioevale. Essa accoglie nel suo seno vari frammenti ed atmosfere tratte dal patrimonio delle tradizioni e dell’espressività popolare intorno ai riti penitenziali della Settimana Santa, dai contrasti alle danze macabre dei “Trionfi della Morte”, dai canti processionali alle azioni drammatiche intorno al processo a Cristo ed alla Via Crucis.
PASSIO è una sorta di viaggio nella memoria devozionale di un Popolo che, celebrando la passione e la morte della Verità Incarnata, del “Dio che si fa uomo” per salvare quest’ultimo dall’antica colpa del peccato originale, riesce, con la pietà che gli è propria, a commuoversi e a partecipare emotivamente, fino a fare proprio il dramma ed il dolore della Madre di fronte allo scempio del Figlio, di fronte allo strazio della “carne delle proprie carni”. Vivendo la rievocazione dell’evento e partecipando a questa “comunione di dolore”, si celebra così un vero e proprio rito di penitenza.
Volutamente si è cercato di utilizzare una lingua inventata, una sorta di “calabrese epico”, un linguaggio cioè che non appartiene a nessun luogo in particolare, in quanto solo un linguaggio che travalica gli angusti confini dello spazio può essere adeguato per celebrare un Mistero che va al di là del tempo.
Proprio per tutto questo, al di là dell’aspetto della mera spettacolarità, PASSIO vuole porsi come profondo momento di riflessione, penitenza e preghiera. -
CON LE TUE LABBRA SENZA DIRLO
Con le tue labbra senza dirlo è il monologo tragicomico di un giovane autore/attore che approfitta del palco per confessare tutta la sua arroganza. L’arroganza di un amore, profondo, viscerale, che si traduce in un gioco di maschere in cui la parola passa senza distinzione dall’autore all’attore, in un continuo rimescolamento delle parti. Quale migliore alchimia per esprimere, all’esordio, tutto il proprio amore per il teatro?! Amore arrogante, che restituisce, di riflesso, l’arroganza della sfida che il teatro lancia a quanti vogliono calcarne le scene. Da qui la galleria di personaggi con cui impatta il giovane autore ai primi passi – dalla famiglia, al parroco, ai baroni dell’arte.
Massimo Canepa