A ME RESTA LA SPERANZA!
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Nel nostro mondo probabilmente comodo, quando leggiamo notizie orribili, vivendo in una società in cui impera l’indifferenza e l’individualismo, possiamo cadere nella tentazione di pensare che non si possa fare nulla, cambiare nulla e ci si debba arrendere di fronte alle brutalità che ci circondano, ma abbiamo il dovere di reagire con la forza dell’amore e dell’accoglienza nei confronti di chi “si aggrappa alla speranza come unica chance di vita”.
SKU: | 978-88-99514-73-0 |
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Category: | Cinema |
Anno | 2019 |
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Autore | |
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BARBABLÙ
In una metropoli dove ognuno può reinventarsi una personalità o nascondersi da un passato ingombrante, Nermina ha da poco riacquistato fiducia nella vita e sente di aver trovato il suo principe azzurro nel fascinoso uomo d’affari Livio. Lui invece è stato sempre in cerca di una donna diversa da amare, ma anche da… conservare.
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IL PIANETA CINEMA
Incontri ravvicinatiOggi, con l’abituale instancabile ricorso che noi facciamo alla terminologia inglese, si usa la parola location per dire di un luogo individuato e scelto per girarvi scene di un film: questo libro di Sergio Micheli, assai originale e unico nel suo genere, ci porta un contributo di prima mano su quella location primaria, assolutamente insostituibile che è il cuore e l’attenzione di uno spettatore di film.
Tutti i film, e sono davvero tanti, di cui Sergio Micheli ci conduce ad limina in questo libro, hanno avuto infatti la ventura di una localizzazione comune, imprescindibile e preziosa: il cuore e la mente di Sergio. Che, in primis, è stato ed è uno spettatore, ma è anche uno storico, critico, studioso, regista egli stesso e docente di storia del cinema e allora Micheli, nell’esercizio di queste sue appassionate competenze e professionalità, si è trovato anche molte volte nella condizione di incontrare registi attori, troupes cinematografiche, di attivare egli stesso incontri, eventi, interviste, festival di cinema in Italia e in diversi altri Paesi stranieri e in tutte queste occasioni egli ha catturato… quel quid che di solito non viene menzionato nelle storie ufficiali (e dunque anche nelle storie del cinema), ovverossia la grana dell’incontro reale con i protagonisti del cinema, che, si badi bene, è un reality captures, molto poco praticato fin qui da altri studiosi, ma non meno interessante di uno screen captures cui pure tutti noi siamo adusi.
Qualche nome, ad esempio, per restare in ambito italiano: Alessandro Blasetti, Roberto Rossellini, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Alberto Sordi, Macello Mastroianni, Michelangelo Antonioni e “gli ultimi mohicani” ovvero gli indimenticati divi degli anni Trenta – Quaranta Roberto Villa, Maria Denis, Maria Mercader, Lilia Silvi, Massimo Gironi.Dall’Introduzione di Matilde Tortora
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DALLO SCHERMO ALLA PAROLA
Prendiamo il secolo che si è appena concluso, il grande e terribile Novecento, a cui malgrado il millennio apparteniamo ancora. Prendiamo l’arte che esprime caratterizza e dà forma al Novecento, il Cinema. Una parte rilevante della produzione cinematografica, di quella significativa, è andata dispersa e distrutta, prima di trovare restauro e rifugio nei musei del cinema, nelle videoteche, nei DVD.
Ci restano titoli senza testi, attestazioni indirette e frammentarie, citazioni di seconda mano. Come recuperare quei prodotti culturali, quei segni della nostra vita?
Per alcuni momenti cinematografici una possibilità ci sarebbe, se crediamo nella traducibilità intercodici (alcuni non ci credono, e per essi non c’è più speranza). Il film in senso proprio, cioè la pellicola, il peculiare e fragile supporto materiale è perduto, e con esso il significato specifico della sequenza di immagini in movimento che vi era depositato (e che si sarebbe realizzato in ogni visione in un nuovo effetto di senso). Ma i film sono a volte tratti da racconti, e sempre più spesso racconti (di secondo grado?) sono tratti da film. Se pensiamo che un libro conservi ancora qualcosa di un film, del suo film (almeno la fabula, lo schema narrativo), allora quando il film è perduto, ma il libro che ne è stato tratto rimane, anche di quei film non tutto è perduto (…) Per un paio di decenni, verso la prima metà del Novecento, sono stati prodotti libricini a fogli sciolti, con immagini e testo, che ripetevano storie di cinema, di film e di attori, agli appassionati. Non hanno conquistato il nome né il libro, né un posto nelle biblioteche, e sono andati perduti anch’essi. Tracce scomparse di segni a volte perduti (…) Brani di vicende, scene cinematografiche, primi piani tornano alla luce. Sullo sfondo il film, celebre o dimenticato, conservato, o perduto. In primo piano i piccoli fogli volanti, troppo leggeri per essere manipolati da un braccio-robot, e che resterebbero sospesi a mezz’aria, planando eternamente, come foglie, come piume, nell’aria senza vento delle biblioteche. Intorno ad essi in trasparenza si riaffacciano i sussurri i sorrisi gli sguardi di quando eravamo felici,e non lo sapevamo.Dalla prefazione di Daniele Gambarara.
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LINEA DI KONFINE
È il mondo di un ragazzo di 22 anni, Christian, da cui si parte per dipingere un quadro sull’adolescenza, sui ragazzi del nostro tempo, e imbatterci in quelle che sono le loro incertezze, aspirazioni e speranze. Un mix di serietà, crudeltà, maturità/immaturità e spensieratezza, sentimenti dipinti all’interno di un quadro familiare sempre al varco, scritti tra i banchi di scuola, vissuti in una vita che spesso corre troppo veloce…
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IL SOLE CON L’ARCHERMES
un film di Matilde Tortora sui 150 anni dell’Unità d’ItaliaIl Film “Il Sole con l’alchèrmes”, ideato, scritto e diretto da Matilde Tortora, montaggio di Orazio Garofalo, è stato completato nel febbraio del 2011. La prima proiezione del film si è tenuta a Firenze 1’8 marzo al Cinema Odeon, a cura del Festival Internazionale Cinema e Donna e della Fondazione Sistema Mediateca Toscana. Sono seguite proiezioni in altre città (Narni, Napoli, Spoleto) e altre ne vanno a seguire, in maggio a Torino e in altri luoghi. Il Film è stato inserito tra gli eventi dei 150 anni dell’Unità d’Italia: www.iluoghidellamemoria.it
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AU PAYS NOIR
Questo saggio, nel mentre restituisce alla visione reperti di iconografia filmica molto rari, attesta pure come la prima possibilità di uno “schermo in tasca”
fu avviata e resa possibile proprio dalla Maison au Coq ai primi del secolo, quando non erano trascorsi che pochi anni dall’avvento del cinema.
Oltre che di Au Pays Noir realizzato nel 1905 da Ferdinand Zecca, si ritro – veranno in questo libro immagini trasposte su cartoline dei seguenti altri film
Pathé: Don Quichotte, un film di 430 m., 1903, Don Juan, un film di 225 m. a colori, 1904, Le Petit Poucet, un film di 255 m., 1905, tratto dal racconto di Charles Perrault e Le Chemineau, un film di 110 m. en partie viré, tratto dal secondo libro dei Miserabili di Victor Hugo, realizzato nel 1905 da Albert Capellani. -
IL FILM DI LETTERINA
Nel marzo del 1963 nelle sale cinemtografiche italiane usciva, distribuito da Cineriz, “In Italia si chiama amore” un film del regista torinese Virgilio Sabel. Nello stesso anno il film viene proiettato anche in Argentina con il titolo “En Italia lo llaman amor”. Un film drammatico, del genere documentario, una vera e propria inchiesta che racconta delle vicende dell’amore della provincia italiana. Un curioso itinerario nel costume amoroso nazionale tra innamoramento, corteggiamento e amore, che affronta anche le tematiche del matrimonio, della gelosia, del tradimento e dell’amore non corrisposto. Voce fuori campo, di questo interessante film documentario, è il grande attore Nino Manfredi, allora ancora sconosciuto al grande pubblico. Il volume analizza un episodio del film girato nel 1960, con attori non professionisti, alla Marina di Briatico, Attrice principale dell’episodio la mitica Letterina, un’anziana signora del luogo che caratterizzò fortemente il lavoro di Sabel e che, in ambito locale, fece ricordare “In Italia si chiama amore” come “Il film di Letterina”.
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CONSUMARE PASSIONI
CINEMA E CIOCCOLATOAbbinare ai propri prodotti immagini di uno stesso film, inserire in ogni pacchetto di cioccolato ogni volta un altrettanto appetibile “cromos” di un film, era un modo negli anni Dieci di fomentare e istigare il consumo di prodotti parimenti voluttuari e volatili: il cinema e il cioccolato.
Si consumavano in tal modo all’unisono passioni, nel mentre pure si cavalcava l’onda di un fenomeno, il cinema, che attirava sempre più spettatori, superava confini e andava proprio in quegli anni creando i suoi divi. Le immagini dei film personalizzate con il “logo” dell’industria di cioccolato, che le aveva fatte stampare, vennero da diverse aziende abbinate ai propri prodotti in maniera seriale, inducendo gli spettatori a ricercare altre immagini dello stesso film per comporne la serie e quindi ad acquistare altri loro prodotti.
In questo libro, che fa seguito al nostro “Cinema Fondente” pubblicato nel 2001, si vedranno immagini di film quali Mayblossom del 1917, Foolish Wives del 1922, di Napoléon di Abel Gange e di diversi altri film di quegli anni, dive celeberrime del cinema muto Pearl White, Mary Pickford, Lil Dagover, Mae Bush e divi altrettanto celebri quali Chaplin, Albert Dieudonné il Napoléon di Abel Gance, Francis Ford, il fratello attore del regista John Ford, Erich Von Stroheim in un ruolo di attore protagonista, si vedranno anche le foto di divi italiani e stranieri fatte pubblicare dalla ditta di cioccolato Zaini, di Norma Shearer, John Gilbert, Lilian Gish, Pola Negri, Dolores Costello, Rodolfo Valentino, Francesca Bertini, Jackie Coogan, Harold Lloyd e alcune rarissime fotografie della Collezione di dive fatte stampare dalla Perugina.