QUATTRO ATTI UNICI
10,00€
La cappa bianca
Da una stanza all’altra
Nel vuoto
“(…) Per questo ho deciso di portare in scena, alla fine di questa complessa stagione, nel mio Teatro d’essai Stanze Segrete, di nuovo Nel Vuoto, perché forse la prossima stagione chiuderò quest’altra mia folle attività che dal ’98 mi riempie di gioia e di fatica e quel testo è nato per significare la meraviglia e il mistero della vita, anche nel momento in cui la vita nel suo momento più altro, sublime… improvvisamente scompare. Ma lo farà lasciando testimonianza dell’assoluto al quale tutti tendiamo anche nelle nostre piccinerie e fragilità. Nel vuoto finisce come un fuoco d’artificio: una volta terminato li proprio compito di stupirci ed eccitarci, lungi dall’avvilirci, ci dà appuntamento al prossimo, esaltante momento in cui saremo felici di essere qui, in questo mondo imperfettamente perfetto, dolorosamente meraviglioso; limitato e immenso.”
Dalla prefazione di Ennio Coltorti
SKU: | 979-12-80419-21-7 |
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Category: | Teatro |
Anno | 2022 |
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Il caso fedra
Importante lavoro teatrale dell’autore che ha rivisitato le figure di tre protagonisti, Fedra, Ippolito e Teseo con caratteri moderni ma legata per ambientazione e stilemi al mondo classico. Nell’aver enucleato e seguito queste tre nuovissime situazioni psicologiche e esistenziali, per indagarle e rilevarle, è il gioco e la qualità dell’autore, che, se da una parte chiama il pubblico a giudicare fatti e persone, dall’altra non giudica lui stesso e lo mette in grado di non poter giudicare, proponendo tre verità plausibili, intime, ognuna con una sua necessità. L ’autore utilizza la scrittura metaforica e ricca di simboli e richiami poetici della grande tragedia classica, ove reinventa di propri con qualità mimetiche e moderna coscienza.
È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Coop.Argot di Roma, con interprete principale Pamela Villoresi (Fedra) per la regia di Maurizio Panici. -
Passio
PASSIO è una sacra rappresentazione, rifacimento di Mistero su modelli di devozione popolare di ispirazione vagamente medioevale. Essa accoglie nel suo seno vari frammenti ed atmosfere tratte dal patrimonio delle tradizioni e dell’espressività popolare intorno ai riti penitenziali della Settimana Santa, dai contrasti alle danze macabre dei “Trionfi della Morte”, dai canti processionali alle azioni drammatiche intorno al processo a Cristo ed alla Via Crucis.
PASSIO è una sorta di viaggio nella memoria devozionale di un Popolo che, celebrando la passione e la morte della Verità Incarnata, del “Dio che si fa uomo” per salvare quest’ultimo dall’antica colpa del peccato originale, riesce, con la pietà che gli è propria, a commuoversi e a partecipare emotivamente, fino a fare proprio il dramma ed il dolore della Madre di fronte allo scempio del Figlio, di fronte allo strazio della “carne delle proprie carni”. Vivendo la rievocazione dell’evento e partecipando a questa “comunione di dolore”, si celebra così un vero e proprio rito di penitenza.
Volutamente si è cercato di utilizzare una lingua inventata, una sorta di “calabrese epico”, un linguaggio cioè che non appartiene a nessun luogo in particolare, in quanto solo un linguaggio che travalica gli angusti confini dello spazio può essere adeguato per celebrare un Mistero che va al di là del tempo.
Proprio per tutto questo, al di là dell’aspetto della mera spettacolarità, PASSIO vuole porsi come profondo momento di riflessione, penitenza e preghiera. -
Falsi e Sciocchi pregiudizi (commedia in un atto)
Questa piccola commedia di un atto è nata in occasione delle recite dell’anno scolastico tenute dagli alunni della classe III sez.B del Liceo Classico di Cassano All’Jonio. Il risultato ottenuto propone lo squarcio di uno spaccato di mondo paesano con i morsi della disoccupazione, dell’emigrazione, dei beceri pregiudizi razziali, del contrasto tra mondo giovanile e adicate convinzioni degli adulti, del tenace attaccamento alla “roba” del rozzo “massaro”.
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DEFCON X
Defcon X è la prima opera letteraria della Compagnia Fantasma. La vicenda si svolge a Bologna, una città preda della propria furia sicuritaria, in cui è difficile distinguere tra chi davvero dovrebbe fare paura e chi con la paura guadagna e controlla. Il dottor Francesco Passini, psicologo, all’indomani della morte di suo padre cerca di contattare Paolo Rapetti, un vecchio paziente che sembra sparito nel nulla. Dopo i primi tentativi andati a vuoto la ricerca del dottore si trasforma ben presto in un’ossessiva corsa contro il tempo che lo metterà faccia a faccia con le proprie paure più recondite. Defcon X è una storia in cui i personaggi cercano una possibile via d’uscita alla paranoia collettiva o, al contrario, la sposano definitivamente, una storia che riflette sulle angosce reali o presunte del mondo in cui viviamo.
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LA MATASSA E LA ROSA
Il nazismo fece scempio di tanti Uomini e Donne di Fede, ma non riuscì ad oscurare, a distruggere i loro alti valori religiosi e morali. Ciò che è più interessante, non è certo stabilire la superiorità di una dottrina rispetto ad un’altra, bensì poter riflettere e partecipare ad uno scontro dialettico e costruttivo su percorsi diversi per raggiungere la Luce, ma opposti alla logica del buio, del potere, della violenza e della morte che sono state proprie del nazismo.
Lo spettacolo è un oratorio dedicato alla vita, alla fede, al martirio di Edith Stein: ebrea di nascita, convertita al cattolicesimo, allieva e poi assistente di Husserl, carmelitana, fu deportata ed entrò nella camera a gas del lager di Auschwitz nel 1942. Prima di esservi tradotta, Edith Stein fu ospite per pochi giorni nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda. Nello stesso periodo, per circa un anno, vi fu costretta anche Etty Hillesum, giovane scrittrice ebrea. Pare che le due si siano veramente incontrate nell’agosto del 1942 (pochi giorni prima della deportazione ed uccisione di Edith Stein) ma cosa si siano dette nessuno lo sa.
Ecco, proviamo ad immaginare di essere per un’ora in prigionia con loro e di poterle ascoltare mentre parlano sottovoce.
Testimonianza della loro luminosa esistenza, che durante il tenebroso evento del nazifascismo, ha liberato lo spirito che in loro gemeva e cantato un canto nuovo alla fede, alla vita, a dio. -
MARLENE
Nel nome della protagonista – Maria Magdalena – é già segnato il percorso umano e artistico che per decenni e fino ai nostri giorni, ha sollecitato l’immaginario collettivo, consegnando al mondo l’icona di una bellezza prima ferocemente costruita e poi tenacemente mantenuta fino all’inevitabile declino.
Di questa discesa il testo di Manfridi é testimonianza. Marlene é una “via crucis” dolorosa, che parallelamente all’alimentarsi del mito fa sprofondare la protagonista nelle pieghe più “umanamente degradate”: i rapporti con gi uomini, gli innumerevoli amanti, un marito che rimane sempre sullo sfondo, una figlia che si occupa di lei fino alla fine ma con cui ha un legame difficile.
Sullo sfondo si muove la Storia che cambierà l’ordine naturale delle cose: Marlene l’attraversa cercando comunque di proteggere il suo mito, essendo la prima icona moderna consegnata alla nostra inesauribile e insaziabile voglia di eterna bellezza attraverso le luci e le ombre create dal suo “mefistofelico” amante e mentore Joseph Von Sternberg.
Marlene come una riflessione sulla necessità di creare “miti” ma anche, soprattutto, la storia di una donna fragile/indistruttibie, sezionata nei suoi affetti, nei suoi rapporti, che impietosamente si mostra nella sua temibile alterità fino alla consegna finale attraverso uno struggente e infinito piano sequenza diretto dal suo maestro di sempre.
Un testo, questo di Manfridi, nella grande tradizione nordica che comincia con August Strindberg canta fino a Ingmar Bergmar.
Le canzoni saranno il filo rosso di questo spettacolo, per ricomporre pienamente il quadro di un’epoca fortemente dolorosa, segnata dalla guerra da cui disperatamente si cercava una via di uscita.
La scena è uno spazio mentale della memoria dove la protagonista ritrova le figure più importanti della sua vita in una “danza di morte” di strindberghiana memoria.Maurizio Panici
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LA STANZA DELLA MEMORIA
Il testo nasce dall’urgenza di aprirsi e dialogare con quelle emozioni e quelle immagini che dal passato risalgono alla memoria, ripercorrendo con affettuosa ironia la storia di una comunità sociale calabro-lucana nel periodo compreso tra gli anni 30 e gli anni 80. Un musicista e la sua fisarmonica, anima e voce popolare, accompagnano questo viaggio temporale, creando un contrappunto di suoni, rumori e battute. La vicenda ruota intorno a nonna Francesca e al mondo che la circonda. Saverio e Dario, nipoti della ormai vecchia Francesca, ci accompagnano in questo itinerario emozionale. Il mondo contadino e il suo crepuscolo, l’avvento del mondo industriale, l’emigrazione, la mutazione dei valori, il passaggio generazionale, l’epoca del boom con nuove dinamiche sociali e con culti e modelli emergenti. Il testo ha ottenuto una segnalazione al premio nazionale teatrale Città di Reggio Calabria 1996. È stato messo in scena dalla compagnia teatrale Scena Verticale di Castrovillari (Cs).
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VINO DIVINO
(Ovvero la vera istoria del santo bevitore)Diplomatosi presso il “Centro di avviamento all’espressione” diretto da Orazio Costa a Firenze dove apprende il metodo mimico, segue i corsi del Laboratorio Nove sempre a Firenze, prosegue gli studi presso il Centro di Sperimentazione di Pontedera. Nel 1991 fonda la Compagnia Occupazioni Farsesche e si occupa della conduzione dei teatri di Scandicci, Pieve Santo Stefano, e Barberino del Mugello. Partecipa al primo allestimento del “Sogno di una notte di mezz’estate” per la regia di Glauco Mauri. Nel 1992 lavora con la Compagnia dell’Uovo di L’Aquila. Nel 1995 collabora con l’Università di Cincinnaty per la quale realizza lo spettacolo “Festino del Martedì Grasso” di cui è autore ed interprete sotto la regia di Malcom Fraser. Nel 1996 fonda, con Maurizio Annesi e Cristina Caldani, il Teatro San Leonardo di Viterbo con il quale partecipa alla realizzazione di numerosi spettacoli tra i quali “Harry’s Light” di cui è autore e regista, “Bella e la bestia” di cui è autore, si occupa della regia degli spettacoli “Remember my rame is Will” dai sonetti di Shakespeare, “La purga di Bebè” di Feydeau. Nel 1997 partecipa allo spettacolo “L’avaro di Plauto” di Lerici. Nel 2000 è protagonista dello spettacolo “L’asino d’oro” da Apuleio a fianco di Orso Maria Guerrini. Nel 2002 è Mercurio nello spettacolo Anfitrione di Plauto con Stefano Masciarelli. Nel 2003 lavora a diversi spettacoli tra i quali, “Morte di Galeazzo Ciano” di Enzo Siciliano, “La Tempesta” di Shakespeare, “Trapped” di Piermaria Cecchini. Da tre amni dirige il laboratorio permanente “Lo spettacolo possibile” a Viterbo.