Note sulla dialettica Karl Marx: dall’Idealismo al Materialismo
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La ricerca proposta dall’autore riprende percorsi teorici quasi archiviati dalla storia, ma ciò è quanto appare in superficie, in quanto il presente non ha ancora superato Marx che, quindi è ben lontano dall’essere scaduto e residuo del passato ormai condannato a non avere più futuro.
SKU: | 978-88-96254-73-8 |
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Category: | Saggi |
Anno | 2014 |
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Autore | |
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IL FOLLE VOLO DELLA PAROLA PER LA MUSICA
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Marxismo e crisi ciclica dell’economia capitalistica
“In realtà, quello che ma negli scritti di Marx è solo l’esposizione empirica del fenomeno della crisi, cioè l’analisi fattuale della meccanica delle crisi. Non a caso Sweezy si richiama a un passo della Storia delle teorie econo-miche di Marx (o Teorie sul plusvalore) in cui sostiene che: « la crisi reale può essere rappresentata solo dal movimento reale della produzione capitalistica, dalla concorrenza e dal credito » , Marx, appunto, parla di rappre-sentare. In questo senso, sembrerebbe che non abbiamo perduto gran che, se si pensa che l’impianto analitico di Keynes sulle crisi, e i perfezionamenti apportatigli dai successori di questo, ci hanno fornito casistiche e descrizioni della meccanica e delle varianti ben più articolate, aderenti e raffinate[…].
Tuttavia, ciò che Keynes e i successori non sotto stati praticamente in grado di darci, è l’interpretazione puntuale dei singoli meccanismi aspetti della crisi, nel quadro dello sviluppo storico complessivo della produzione capitalistica. La spiegazione scientifica, insomma, dei fenomeni, al di là del ‘analisi descrittiva. Ma una tale spiegazione richiederebbe una teoria generale dello sviluppa capitalistico come sistema economico-politico storicamente determinato, che è tuttora introvabile al di fuori del marxismo”. -
GRAMSCI E LA COSTRUZIONE DELL’EGEMONIA
Ed allora perché ritornare a Gramsci?
Perché quest’ultimo scorcio di storia ha visto il decadimento dello scontro politico, ridotto a rissa personale e, più spesso, a sostegno di interessi di scarso valore morale.
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Il metodo analitico e la coscienza critica dell’estensore dei “Quaderni” tracciano una strada validissima ed attuale al di fuori di ogni nostalgica rievocazione riduzionistica e reducistica.
Ivan Furlanetto -
CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
Vita e morteTutti conosciamo il nome di Camillo Benso Conte di Cavour. Se non altro per le vie che, in ogni città italiana, hanno preso que¬sto nome. Come, del resto, per restare in tema risorgimentale, il nome di Giuseppe Garibaldi o di Giuseppe Mazzini. Non credo vi sia città, grande e piccola, in cui non esista la presenza di questi personaggi da identificare, con i loro nomi, le vie principali.
In poche parole Camillo Benso Conte di Cavour, diciamo subito che è stato il più geniale uomo politico italiano da dopo la costituzione del Regno d’Italia e, poi, della Repubblica italiana.
Fu un uomo di grande intelligenza e di forti intuizioni. Seppe prendere decisioni, all’apparenza avventate, perciò contro il parere degli altri, le quali, invece, portarono a degli esiti del tutto positivi, a volte straordinari. -
Appunti e riflessioni sull’opera di GIUSEPPE TROCCOLI
Il presente studio è stato oggetto di tesi all’esame di maturità di Carlo Forace.Tenuto nel cassetto per tanti anni, oggi l’autore, senza nessuna pretesa letteraria, sente la necessità di pubblicarlo in quanto docente dell’Istituto Comprensivo di Lauropoli, dedicato per l’appunto a Giuseppe Troccoli. Tale bisogno scaturisce dalla non conoscenza, dei docenti e degli alunni, dell’importanza del poeta-scrittore Giuseppe Troccoli, nato a Lauropoli nel 1901 e deceduto a Firenze nel 1962. Egli si è distinto a livello nazionale con la sua vasta produzione che si è articolata con poesie, romanzi, opere teatrali e saggi critici. L’occasione di avere uno strumento pratico e sintetico, secondo l’autore, è rilevante per dare la possibilità ai docenti di utilizzarlo al fine di poter far conoscere e apprezzare ai ragazzi la valenza delle opere dello scrittore-poeta paesano al quale, giustamente, gli è stato dedicato l’Istituto Comprensivo.
Naturalmente la pubblicazione è rivolta anche ad altri, con l’obiettivo di appassionarli al passato e ai personaggi che sono vissuti in questo territorio.Tutto ciò servirà a sviluppare la conoscenza delle”nostra” storia e quindi aumentare l’orgoglio di appartenenza alla propria terra, la quale ha tanto bisogno di essere amata e apprezzata, per poi veicolarla, con il contributo di tutti, verso un meritato sviluppo. -
IL MITO E LA DONNA
in Bertol Brecht e Cesare Pavese(…) Il motivo principale, che in primis mi ha indotta a intraprendere questa ricerca comparativa sui due scrittori, è costituito dalla novità e singolarità delle
loro concezioni artistico-letterarie, nonché dalla loro eccezionale tempra morale e dalla fede comune nei valori civili e spirituali dell’umanità. Sia Brecht che Pavese, infatti, assegnano alla cultura, in particolare alla letteratura, il ruolo di stimolare nel pubblico una coscienza critica ed una presa di posizione contro ogni tipo di ingiustizia e di sopraffazione. Per di più, entrambi hanno aderito alla fede marxista, di cui in seguito hanno denunciato aporie e mistificazioni sul piano pragmatico della Real-politik. (…)
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GLI SCIOPERI DEL 1943-1944 A BUSTO ARSIZIO
Può sembrare riduttivo qualificare questa breve opera semplicemente come la storia di una delle tante città lombarde coinvolte nella lotta al fascismo attraverso figure esemplari e movimenti di massa legati alle grandi fabbriche, in realtà si vuole rievocare a livello locale quelli che sono stati i tratti salienti di quel periodo che va dall’8 Settembre del 1943 al 25 Aprile del 1945.
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Il prezzo pagato dalla classe operaia fu altissimo: persecuzioni, deportazioni ed uccisioni furono la risposta dell’occupante nazista e del suo alleato repubblichino.
Mario Agostinelli
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INCONTRI
Questo volume raccoglie, approfondendoli, una parte degli articoli pubblicati tra il 1997 e il 2002 su diversi settimanali, e su “Calabria”, mensile di notizie e commenti del Consiglio Regionale.
Con gli anni ho sviluppato una sorta di “etica del tempo”, che mi impone di considerare quest’ultimo come la più preziosa tra le risorse umane, un dono importante e per nulla eterno. Mi è sembrato quasi un dovere conservare una traccia di un lavoro lungo e faticoso, svolto con tenacia e passione.
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