• NEVE SEGRETA

    La memoria spesso si ferma anche a distanza di decenni in giornate indimenticabili per episodi privati o eventi pubblici.
    In tre giornate eccezionali di grandi nevicate a Roma e di grandi avvenimenti per la propria vita, la protagonista cerca la propria vera identità di figlia e nipote e il suo vero padre.
    Nell’inverno grigio e innevato per le strade del suo quartiere e le stanze fredde del suo villino, si dipana un passato duro da accettare tra i segreti inconfessati e inconfessabili di una famiglia borghese chiusa nelle sue storie.
    Ora per ora, nel rincorrersi alternati dei movimenti delle protagoniste, avanza la ricerca tra passato e presente della verità conosciuta da ciascuno ma all’insaputa di ognuno.
    Una storia intimistica nell’inverno delle anime dei protagonisti.

    15,00
  • CRONACHE DAL MONDO PERDUTO
    I doni delle fate

    Camminò fino alla fine del passaggio segreto, fino a che questo non lo condusse all’uscita. Non appena mise piede fuori dal tunnel, vide una verdissima ed immensa prateria che si stendeva davanti a lui. Si guardò un po’ intorno e alla fine lo vide: uno stupendo unicorno bianco, col corno d’argento e le enormi ali bianche. Cavalcava libero nella prateria e, non appena vide il vecchio, gli si avvicinò mansueto, come se lo conoscesse.
    Il druido gli si avvicinò piano, accarezzandogli il muso.
    “Ciao amico mio. E’ bello rivederti. Abbiamo un viaggio da compiere, tu sai dove portarmi.”
    L’unicorno si abbassò per consentire al vecchio druido di salire in groppa e, quando questi fu montato, spiegò le bianche ali e iniziò a trottare per prendere la rincorsa. Galoppò per pochi metri e finalmente si librò in volo, con il druido in groppa, sparendo tra le nuvole.

    15,00
  • LE NOSTRE STORIE SULLE ALI DELLA… FANTASIA

    La fantasia è l’attività creativa della mente. Va alimentata e stimolata per dare buoni frutti

    10,00
  • LA SPIAGGIA

    Una donna e una spiaggia. Due luoghi familiari e sconosciuti. Due mondi vicini e inesplorati. Irene si interroga sulla propria vita, alla ricerca di una ragione per la sua solitudine. Una solitudine che affonda le radici nell’infanzia, che vive e cresce in una mancanza sottile e divorante: quella di un padre. L’uomo ha infatti abbandonato la sua famiglia per crearsi un nuovo nucleo affettivo. Irene affronta la sua esistenza con coraggio e con ironia, ma con dolorosa ostinazione non rinuncia a conoscere la verità, a volte disperatamente, a volte solo per potersi dichiarare viva. Continuerà così, attraverso gli anni, consumando gioie e sofferenze, nonostante le disillusioni, sapendo accettare il tempo che lascia i suoi segni, e combattendo con la propria volontà che a tratti si perde…
    La spiaggia è il luogo metaforico e fisico di questa ricerca. E’ il teatro degli incontri con il padre perduto e, forse, un giorno ritrovato. E’, per Irene, il luogo dei suoi giochi di bambina, dei sogni di adolescente, delle esperienze della maturità. In questa immensa distesa di sabbia, sotto un cielo fatto di azzurro, di nuvole, di gabbiani, davanti al mare infinito, il dolore sembra placarsi un po’, la coscienza anestetizzarsi e la verità, che affiora lentamente, farsi addirittura accettabile.

    8,00
  • IL PAESE DELLE FACCE GONFIETHE LAND OF SWOLLEN FACES

    Una narrazione dai toni leggeri. Un uomo racconta un disastro annunciato, un disastro ambientale che avrebbe potuto essere evitato se si fosse dato ascolto a chi aveva a cuore la salute della gente. E’ un uomo che avrebbe voluto tornare bambino, quando le nuvole gli passavano sopra la testa ed erano desideri che aspettavano di prendere forma. Il bambino ritorna nel linguaggio e nello sguardo ingenuo e dissacrante sugli avvenimenti.
    La storia, i luoghi e i personaggi sono di fantasia, ma tornano alla mente i grandi disastri che hanno danneggiato salute e ambiente, a partire dalla nube tossica di Seveso, via via fino ai nostri giorni, a testimoniare che poco si è imparato negli anni.

    12,00
  • LE CATALPE DEL PARCO TORRE DI MILONE

    In queste pagine si parla di luoghl bellissimi della cittadina di Cassano All’Ionio: il Parco cosiddetto della Torre di Milone e il Parco Battista Garofalo. Entrambe sono state aree oggetto di lavori in tempi non molto lontani, che hanno (volente o nolente, piaccia o meno) portato alla creazione di opere paesaggistiche che strutturalmente ancora durano.
    L’indagine naturalistica verte sulla constatazione che il tempo e l’inerzia politica hanno già, silenziosamente e con straordinaria determinazione, sconvolto, alterandone profondamente l’aspetto naturale e paesaggistico, le aree oggetto del libro. Parco Torre di Milone ha perso negli anni la sua qualità progettuale e paesaggistica di Parco delle Catalpe: oggi non esiste più questa omogeneità di specie! Parco B. Garofalo, anno dopo anno, è abbandonato a sé stesso ed è oggetto di sola manutenzione superficiale. Oggi è un gioiello staccato da ogni contesto.

    10,00
  • MAGNA GRECIA
    Rivoluzione Gastronomica & Arte del Banchetto Sibarita

    I Sibariti realizzarono a livello culturale e come collettività tra il IV e il VI secolo a.C. il rapporto tra vita e arte in una dimensione totalizzante e completa tale da segnare una rivoluzione estetica in ambito gastronomico e conviviale con piatti, dalla pasta ai dolci, arrivati fino ai giorni nostri ed entrati nella tradizione più autentica della cucina calabrese e mediterranea. Questo saggio nasce dalla volontà di riscoprire le proprie radici e quelle dell’intero occidente partendo dalla materia prima che accomuna più degli idiomi e i dialetti i popoli calabresi, spesso ignari di quanto la propria storia comune legata all’antica civiltà magno greca abbia dato all’Italia e all’Europa intera: la tavola e il cibo. In un periodo storico in cui, causa le migrazioni di massa ed i fenomeni di implosione sociale legati alla globalizzazione e alla precarietà del lavoro, si tende a disgregare e a dividere per regredire ad una nuova sotto-cultura del nemico identificato nel diverso o nello straniero che approda sulle coste mediterranee, riscoprire le radici più autentiche della società di diritto che dalle prime forme di brevetto all’autarchia economica inglobava con loIus Soli il migrante nel proprio tessuto sociale, politico ed economico per farlo partecipalre a un circuito finalizzato all’eliminazione della povertà per una società fondata sul benessere garantito dall’approvvigionamento di materie prime di un territorio ricco di tutto tanto da attivare l’invidia e la volontà di potenza e conquista di crotonesi e saraceni, vuole dire trovare le basi non solo di un autentico e pacifico vivere in comune in un’ottica di conquista della felicità sulla terra ma soprattutto i presupposti politici, economico e sociali che hanno portato progresso e redistribuzione della ricchezza con la rivoluzione non violenta innescata dall’otiume dall’arte del banchetto quale momento principale e quotidiano del vivere insieme e dello stare al mondo – con gli altri. A Sybaris (fondata dagli Achei tra il 630 e 640 a.C.) si deve infatti la primogenitura dell’alta qualità alimentare con le relative scuole della convivialità e dei giochi di società che accompagnavano e ingentilivano il momento del pasto introducendo nel contesto arcaico una sorta di “dolce vita” (trypé) ante litteram. Il segno di signoria non fu mai esente dalla laboriosità dei suoi abitanti che portò a notevole ricchezza, potenza politica e militare e tanta gioia di vivere in una visione piena e completa dell’esistenza fondata sulla centralità dell’uomo inteso come mente e corpo. La fertilità del territorio e la ricchezza dal punto di vista commerciale e mercantile hanno fatto sì che i Sibariti potessero dedicarsi a una vita piena fondata sull’ economia della pace e della condivisione contraria all’economia della guerra diven.ta un paradigma di Essere dell’Uomo, quasi posto in un Eden, sperimentato una sola volta nella valle del Crati e poi inesorabilmente perduto.

    7,00
  • TRILOGIA D’AMORE E TEATRO CIVILE

    L’AMORE IN GUERRA
    Amore come donna. Amore come Resistenza. Un dittico femminile ai tempi della Germania nazista, che in due quadri racconta un momento preciso della vita di due donne, interpretate da una sola attrice: Gertrud Steiner, grande pianista ebrea ed omosessuale e Matilde Melzner, giovane ricoverata all’istituto di cura di Eichberg. Entrambe avranno a che fare con due uomini, interpretati da un unico attore che rappresentano le due facce dell’amore, e del regime. Un testo che trasuda la lotta di due donne per il proprio diritto d’esistere e ravvisa proprio nell’amore l’unico vero motore dell’umanità.

    PARTIGIANA
    Lina ha soltanto 17 anni ma sa bene ciò che vuole: non ama i fronzoli, le paice parlar chiaro. E’ sfrontata, passionale, incosciente. Ha la testa dura. Non molla. Chiude gli occhi e sogna. Sogna di correre in bicicletta nel vento e di stringere tra le braccia il suo ragazzo: è il 4 maggio 1944 a Roma, è quell’attimo preciso che per lei è diventato eterno. In questo appassionato assolo, dove lei prende vita come una marionetta e si confondono realtà e finzione, buio e luce, magia e desiderio, Lina rivive la sua giovinezza, la vita di quartiere, gli ideali, un mondo di affetti intenso e mai dimenticato che fanno parte della sua e della nostra Storia.

    TUTTO IL MIO AMORE
    Questa è la storia di Carla, una semplice ragazza che ama un ragazzo. Una storia piena di sapori, di colori, di profumi, dove la Calabria come l’Italia diventa “Il Paese delle Fate”, il Paese dove tutto è possibile, un paese pieno di bellezza, che però sta morendo a causa di un misterioso virus: il Nulla. Questa è la storia di una ragazza e della sua coscienza, una ragazza che potrebbe andar via ma sceglie di restare.

    15,00
  • LA CITTA INVISIBILE – ROSSANO

    La storia siamo noi. Siamo noi nelle pietre della città vecchia, un tempo gremita di vite e sogni, nei tetti scoscesi e affacciati sul mare, siamo noi nelle case abbandonate, quelle vissute e quelle da recuperare, nelle chiese preziose eppur note a pochi, nelle pagine purpuree di un libro eterno. Siamo noi negli scatti in bianco e nero di questo accattivante e coinvolgente libro fotografico di Umberto Romano. L’autore ama la sua terra e non si stancherà mai di dimostrarlo. E attraverso i fotogrammi immobili eppure intrisi di storia, storie e racconti d’infanzia, l’autore ci conduce in un viaggio che ha molteplici direzioni ma un’unica emozionante destinazione. E’ un viaggio nel passato, un passato bizantino, contadino e non solo, da conoscere, riscoprire, amare e condividere con bambini e viaggiatori; un viaggio nel presente, un presente agrodolce, che ci chiama al risveglio dall’oblio e dall’isolamento, all’azione, per rendere vivo, ancora una volta, ciò che oggi sembra invisible. Ed un viaggio nel futuro, dove c’è ancora e sempre tenerezza, impegno civile, inestinguibile speranza, e immutato amore, per una città ed una gente che ha ancora molto da raccontare, offrire, vivere. Questo libro ha un’anima muta che condurrà cittadini e turisti su una strada a lungo battuta, poi abbandonata, ma degna e desiderosa di essere riscoperta.

    Roberta Romano

    15,00
  • TEATRO INTIMO

    Ce ne andremo da qui sentendo che non è mai finito niente, e che “non ci vedremo mai più” è un appuntamento d’amore.
    Con questa citazione di Romain Gary apposta alla quarta pièce della raccolta, Carlotta Clerici afferma la preponderanza e la longevità del sentimento amoroso. “Alla ricerca dell’amore perduto” potrebbe essere il titolo che definisce le quattro commedie, il cui denominatore comune è essere poste, tutte, sotto il segno dell’acqua: la prima si svolge in riva a un lago, un fiume scandisce la seconda, il mare e una piscina ecologica la terza, l’immagine mentale dell’oceano che tormenta una giovane attrice segna l’ultima. Si attribuisce in genere all’acqua un carattere femminile. Risalendo a archetipi simbolici, Gaston Bachelard definisce l’acqua come nutritiva e sottolinea il suo carattere materno, femminile. Sembrerebbe che l’autrice di questo teatro dell’intimo, sognando il destino dei suoi personaggi che coglie in un momento di crisi, sia nel suo immaginario sotto l’influsso delle onde del lago di Como che hanno cullato la sua infanzia.

    (Dalla prefazione di Huguette Hatem)

    TEATRO 90

    20,00
  • LA FATA BRUNETTA E IL MONDO DELLA FANTASIA

    È la seconda raccolta della Nostra Autrice: un vasto “campionario di segni e di sogni” come lei dice, provenienti dal Mondo della Fantasia. Un’Antologia di racconti in prosa ed in rima, di testi musicali per piccoli, ma anche per adulti, perchè non c’è limite di età al sogno ad occhi aperti. Favole, fiabe, versi, da 0 a 100 anni dunque: da quando, sin dal grembo materno, il bimbo ascolta le “voci di fuori” e queste di Marylon sono particolarmente armoniose.

    15,00
  • LE RADICI DEL COMUNISCMO SCIENTIFICO
    Genesi e struttura del ‘Il Manifesto’

    Marx nel “Il Manifesto” ha segnato una delle svolte epocali dell’umanità.
    “Il Manifesto” è uno di quegli scritti che non ti permette più di essere come prima, e ti lascia arricchito di una nuova luce di speranza.
    Un monumento della storia del pensiero ma anche documento della possibilità di costruire qualcosa di concreto. Le pagine fuoriescono dal limite del loro contesto storico e disegnano un “utopia realistica” in quanto parlano di libertà, a partire dalle condizioni materiali di una classe oppressa; il prometeico sforzo atto ad affrontare in profondità il tema della libertà dell’uomo di ogni epoca allorchè ci siano da spezzare le catene della propria servitù.
    Anche quando fu scritto, nel 1847-48, c’era uno scopo futuribile di quella che doveva essere al momento una lotta reale, una società non di nuovi dominatori, ma quello dato dalla classe operaia, la risposta alla lunga attesa, di un’umanità senza classi: «Uno spettro s’aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo», esordiva questo documento storico che ebbe la diffusione universale che spetta ai testi sacri. «Proletari di tutti i paesi unitevi», chiudeva con l’esortazione ad attuare con la prassi ciò che sembrava un’ineluttabile esigenza della storia.
    Nel “Il Manifesto” l’enucleazione, quindi, di un passaggio epocale, quello della rivoluzione comu-nista i proletari hanno da perdere unicamente le loro catene; Marx spiegava con ferma convinzione più che augurio, che i lavoratori hanno invece da guadagnarvi tutto un mondo. E trascorso più di un secolo e mezzo, e cosa ci resta tra le mani, oggi che la classe sembra avere smarrito la sua coscienza? Quella di rappresentare il “totalmente altro”. Per questo, nonostante le sentenze emesse dalla cosiddetta “fine della storia”, oggi possiamo dire che “Il Manifesto” non è un semplice documento storico, ma rimane termine essenziale del passaggio della classe dall’ “essere classe in sè all’essere classe per sè”, e ciò nella prospettiva della liberazione dell’umanità. Tutto ciò è il lascito che si è ritrovato in questa nuova lettura de “Il Manifesto del Partito Comunista”.

    15,00
  • LA FAMIGLIA REMBRANDT SCONFITTA DAI TULIPANI

    Dopo un inizio di carriera folgorante, Rembrandt conobbe un tristissimo declino economico e una serie di lutti personali che lo costrinsero ad abbandonare la splendida casa dove abitava nel quartiere ebraico di Amsterdam e a tentare di ricostruirsi una nuova famiglia con Hendrjeke, la sua nuova compagna.
    La crisi finanziaria di Rembrandt è da addebitarsi alla perdita delle commissioni che lo avevano visto protagonista assoluto della ritrattistica olandese, all’eccesso di acquisti destinati ad arricchire una pregevole collezione privata, e ad alcuni investimenti sbagliati fatti nel mercato dei tulipani; né più né meno come potrebbe avvenire oggi a chi investisse in borsa puntando tutto su un titolo che, dopo crescite repentine, dovesse poi rivelarsi fallimentare. Ed è qui il nodo della nostra storia: in una vicenda a tre che vede protagonisti, oltre al Maestro e a Enrike, Pitius, una sorta di agente finanziario ante litteram a cui Rembrandt si era affidato mani e piedi per ridare un po di ossigeno alle proprie finanze già tanto smagrite. Sullo sfondo del primo grande crollo economico conosciuto dall’umanità è così raccontata la notte cruciale in cui, tra tenerezze coniugali e comici tentativi di capire quel che sta accadendo, si consuma il dramma di due piccoli risparmiatori dal profilo attualissimo, uno dei quali risponde al nome formidabile di Rembrandt.

    TEATRO 92

    8,00
  • LA DOMANDA DELLA REGINA

    Reduci dall’inaugurazione di una libreria, il Professore – sessantenne autorevole, intriso di una cultura enciclopedica – e Dario – giovane pubblicista e trainer – si trovano coinvolti in una cena. I due non si conoscono e si attardano a fumare una sigaretta nel ristorante dopo che gli altri commensali sono andati via. Presto Dario inizia a porre domande, con l’aria di chi vuole comprendere senza troppo scoprire le proprie carte. Inizia così una conversazione su più livelli, brillante e variegata, nella quale, alle domande di Dario, vengono restituite risposte articolate e complesse. E proprio sulla differenza tra complicato e complesso si gioca uno dei temi principali del dialogo tra i due. Fino all’arrivo di Annalisa, Lisa per il Professore, Anna per Dario. Il linguaggio, le conoscenze, la cultura dei tre protagonisti creano un elegante gioco delle parti, in cui la dinamica è affidata alla tessitura linguistica e ai dialoghi tra i personaggi. In questo inaspettato triangolo riemergeranno dinamiche del passato intrecciate alle storie presenti, senza però che il terreno di incontro trovi soluzioni oggettive, ma anzi generi grazie alla complessità della trama – nuove e inattese ambiguità. Un sofisticato e ironico play in cui la parola – scientifica, complessa, matematica, filosofica, poetica – costituisce la trave portante.

    TEATRO 91

    10,00
  • INTIMO SEGRETO AMORE

    Mi è piaciuto, attraverso il Sonetto 46 di Shakespeare, pensare all’Amore come ad un’entità nata per ognuno di noi e prima di noi in attesa di essere trovata e riconosciuta. Senza epoca.
    Un amore muto, silente, che può sottrarsi all’uso della parola perché in grado di comunicare attraverso gli sguardi.
    Per uscire dai dedali del Mistero dell’Amore ho cercato una chiave onirica.

    Silvia Budri

    LIBRO + DVD
    10,00
  • IL GESTO DI PEDRO
    (Roma-Sampdoria 1-0 del 14 dicembre 1975) Atto Sesto

    L’ATTO VI del progetto DIECIPARTITE è dedicato all’odissea umana del calciatore Carlo Petrini, detto Pedro, scomparso nel 2012.
    Petrini è stato autore di vari libri, tra cui ‘Nel fango del Dio pallone’, una violenta rapsodia autobiografica capace di suscitare un vero terremoto nel mondo del calcio.
    In una partita giocata il 14 dicembre del ’75, Petrini, che vestiva allora la maglia della Roma, si rese protagonista di un gesto tanto semplice quanto sconcertante. Dopo essersi divorato una serie di gol già fatti, conquistò il centro del campo e alzò le mani per chiedere scusa a tutto lo stadio. Poco dopo segnò il gol della vittoria.
    Questo ricordo è la chiave per addentrarsi nel cuore di un sistema calcio feroce e cannibale che ha fatto da scenario alla peripezia tragica di un uomo perseguitato dai farmaci, dalle procure, dagli usurai, e soprattutto da se stesso.
    La conversione morale e letteraria di Petrini, susseguente alla tragica morte di suo figlio diciannovenne, è un evento di tale portata esistenziale da suscitare domande di significato assoluto. Una vera redenzione, nel senso più forte del termine.

    7,00
  • GIRO A VUOTO
    Gli stornelli intellettuali per Laura Betti

    Libro con CD audio allegato.
    Promozione: a tutti coloro che ordinano Giro a Vuoto dal 24 dicembre al 10 gennaio 2017 ci sarà lo sconto del 30% suo prezzo copertina

    10,00
  • BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE

    In occasione del debutto dello spettacolo musicale BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE, scritto da Valeria Moretti, diretto e interpretato da Gianni De Feo, è stato pubblicato il primo “organetto” dalla casa editrice La Mongolfiera. Un piccolo libro a forma, appunto, di ”organetto” che contiene alcuni estratti del testo. Si tratta di un affresco appassionato e ironico dove a narrarci la vita dello scrittore irlandese è un “curioso” personaggio inventato dall’autrice. Un’incursione nell’estetismo e nel decadentismo con inedite propaggini che ci conducono all’oggi.
    Si affaccia anche, tra i teatri e i boulevards parigini dove la vicenda è ambientata, la vibrante presenza di Sarah Bernhardt, grande protagonista dell’epoca, che condivideva con Oscar Wilde il gusto della stravaganza e dell’eccesso.
    L’”organetto” di Valeria Moretti propone insieme agli estratti del testo teatrale, alcune curiosità su personalità della Belle Époque come Cléo de Mérode, sulfurea “femme fatale”, icona della storia della fotografia riprodotta ovunque: dalle cartoline ai pacchetti di tabacco. Una pagina è dedicata alla contestata figura di Costance, moglie di Wilde, per la quale l’autrice spezza una lancia a favore. Per esempio ricorda che, seppur malata, volle recarsi lei stessa in carcere – dove il marito era recluso dopo la condanna per sodomia – per annunciargli la morte della madre. Il tutto corredato di immagini.

    2,50
  • UN VECCHIO GIOCO

    In un luogo imprecisato, un seminterrato che potrebbe trovarsi proprio sotto i nostri piedi, una strana coppia. La solidità del legame è garantita dalle premesse non proprio convenzionali con cui avviene l’incontro tra lui e lei, che solo a un certo punto ci è dato conoscere. I due scoprono di essere accomunati da un passato molto simile, vissuto in un villaggio residenziale dall’apparenza rassicurante, e toccato a un certo punto da qualcosa di oscuro. Qualcosa su cui entrambi fondano la propria esistenza; e che, come non ci fosse per loro altra possibilità, hanno bisogno di perpetuare con la collaborazione di un malcapitato di turno. L’azione si sviluppa e procede attraverso la “storia” in maniera non lineare. Un puzzle di cui il pubblico è chiamato a rimettere insieme i pezzi. Un gioco delirante in cui sembra non poterci essere altro ruolo, per i differenti personaggi, se non quello di vittima, complice o carnefice; e come per loro, così per lo spettatore.

    TEATRO 88

    7,00
  • BOCCAPERTA
    MAI NATE

    BOCCAPERTA
    Un ragazzo con la vocazione alla rappresentazione e al trasformismo gioca a mettere in scena la propria famiglia, i personaggi e alcuni episodi fondanti e a volte tipici di una certa preadolescenza di provincia; per raccontarli, in una chiave spesso ingenua e surreale, al principale confidente e punto di riferimento: il proprio amico immaginario. Attraverso questo processo di rappresentazione di sè e del mondo che lo circonda, si svolgono le tappe attraverso cui il personaggio dà vita a un “monologo di formazione” a più voci. Una sorta di personalissimo teatrino, alla fine del quale il nostro riuscirà a conquistare un oggetto da sempre desiderato – un paio di jeans – con l’aiuto dell’amico immaginario, poco prima che questi sparisca per sempre.

    MAI NATE
    Si tratta di una rivisitazione al femminile del primo testo scritto dall’autore. Due gemelle senza età chiuse dentro la propria camera, come personaggi beckettiani che aspettano il loro Godot, giacciono in un’infinita e claustrofobica attesa della madre. Diversi temi si incrociano: la paura, la fragilità, la difficoltà di nascere alla vita, la ricerca della libertà e della salvezza da un ambiente familiare violento, l’abbandono. Per le due la vita scorre come un lento rito che si ripete sempre uguale a se stesso, le stesse parole e battibecchi, le stesse ossessioni; lo scorrere del tempo è scandito da giochi infantili, vecchie sveglie e letture di improbabili articoli di giornale. Ma è proprio attraverso questa liturgia quotidiana che accade, un giorno, qualcosa di nuovo.

    TEATRO 83

    8,00