Roberto Ricciu nasce come fotograo professionista nel 2002. I suoi esordi nei villaggi turistici gli permetono di girare il mondo, vagabondo nella vita si ferma per cercare nella quotidianità della sua professione “gli Scatti” e si distingue sin dall’inizio per la ricerca del particolare che rimanda al significato del tutto.
Negli anni si lascia rapire dai volti dei bambini che inquadra con sensibilità e un obiettivo intriso d’amore. Fulmina la luce dei paesaggi e le foto dei suoi tramonti sono veri e propri quadri, pitture di luce e ombra. Predilige l’esplosione di colori al bianco/nero sia che immortali la natura, gli animali o gli esseri umani. La sua peculiarità, il suo “genio” fotografico si racchiudono nel saper fermare, cogliere sempre l’umanità, l’anima di oggetti, persone, paesaggi. Definisce la sua arte “Carpe diem” e virare i colori naturali Io lega a colui il quale ritiene essere un suo ispiratore e maestro, Andy Warhol.

  • LA FABBRICA DELLA VITA
    Omaggio a Capo Verde

    “Si parte, si va, poi si torna, ma a volte l’anima resta dove la valigia del destino vuole che sia. Così nasce questo libro, perchè io l’anima l’ho lasciata a Capo Verde. Queste pagine sono il filo che attraversa l’oceano e ricongiunge all’anima, aiutatemi a non spezzarlo!
    Queste fotografie sono la storia di un pugno di isole tra il tropico e l’equatore, perse nell’oceano Atlantico tra l’Africa e l’America del Sud, dove il sole è più sole, la luce è più luce, e gli esseri umani sono più esseri umani.”

    “One goes, one leaves and then returns, but sometimes one’s soul remains where the luggage of destiny wants it to be. This is how this book came to life, because I left my soul in Cabo Verde. These pages are the thread that crosses the ocean and links Cabo Verde to my soul. Help me not to break it!
    These photographs show the story of a handful of islands in the middle of the tropics and the equator, lost in the Atlantic Ocean between Africa and South America, where the sun is more than sun, the light is more than light and human beings are more human.”

    dall’introduzione di Fausta Dal Monte

    20,00