E’ nato a San Remo durante la guerra, nella stessa strada in cui il padre di Italo Calvino dirigeva un fantastico Orto Botanico. E’ andato all’asilo nello stesso edificio in cui Eugenio Scalfari frequentava il liceo. Ha seguito la famiglia in Sicilia, facendosi accompagnare a scuola dal capomafia di Casteldaccia e sedendo nello stesso banco col cugino di Dacia Maraini. Attore per caso, a soli diciassette anni è stato scelto da Aldo Trionfo per un noir scandaloso di Jean Genet insieme a Paolo Poli. Folgorato da Giorgio Strehler, è stato gratificato da un intenso scambio epistolare con Paolo Grassi, e molto più tardi anche con Ivo Chiesa. Passato alla regia, ha vinto una “Noce d’oro” che gli è stata subito rubata da una banda di zingarelli. Dopo il ’68 è stato fatto segno di ripetuti assalti da parte di alcuni socialisti craxiani, già pronti a trasferirsi alla corte di Berlusconi, per la sua adesione al PCI. Ciò nonostante è riuscito a far conoscere Karl Valentin in Italia, a riscoprire Achille Campanile, a rendere omaggio a Giorgio Gaber “da vivo”. Ha organizzato eventi en plein air, rassegne di spettacoli e poesia, corsi di recitazione un pò dovunque, arricchendo i curricula di tanti giovani attori. Oggi dirige a Cagliari “La Fabbrica Illuminata”,con l’intento di ridare spazio ad autori,attori, musicisti, scenografi, costumisti, sopravvissuti ad un teatro che rispecchia il nulla che siamo: paese senza più morale, popolo senza più cultura, collettività senza più identità. Un pubblico che ama il nulla e si specchia gaudente nella propria inesistenza.

  • ANEDDOTI AL RISTORANTE DOPO LO SPETTACOLO

    Il titolo, “Aneddoti al ristorante”, è riduttivo. C’è ben altro in questo libro di Marco Parodi che mette insieme, recita dopo recita, le chiacchiere, i pettegolezzi, le gaffes, le descrizioni di volta in volta divertenti, commosse e pungenti dei mille commensali con cui, per quarantacinque anni, ha diviso la tavola. C’è la ricerca, ostinata e a tratti amara, di un tempo perduto, di un mondo che non c’è più: quella “vita orribile composta da infiniti quarti d’ora meravigliosi” che l’autore, nell’epigrafe affidata alle parole della grande Sarah Ferrati, intende celebrare. Non c’è più quel teatro, fatto di tournée che duravano mesi, da settembre a giugno, e spesso si concludevano proprio in Sardegna, dove Parodi ha scelto molti anni fa di vivere, e di continuare a fare il suo mestiere. Era un titolo in cartellone, allora, il teatro, ed era anche una continua ricerca di alberghi, di camerini sufficientemente comodi, di ristoranti giusti. Era un ritrovarsi tutti. Amici e nemici, complici e antagonisti, amanti e coniugi ufficiali (arrivavano il fine settimana, a scompigliare posti a tavola ed emozioni).
    Pettegolezzi, segreti inconfessabili (e confessatissimi), sospetti, debolezze, avarizie, gelosie. Era un teatro nel teatro. Lo è – un teatro nel teatro del teatro – in questa serie di aneddoti che Parodi inanella con feroce eleganza. Mettendo i suoi lettori nella divertita condizione di guardare dal buco della serratura, senza sentirsi troppo indiscreti. Ma anche concedendo loro di salire in palcoscenico, prima di cena.

    Nota di Maria Paola Masala

    10,00
  • MEMORIE DI UNA VITA FUTURAStoria di una educazione teatrale

    Il libro racconta uno spaccato del teatro italiano del secondo Novecento, in cui Marco Parodi è stato coinvolto, dalla Borsa di Arlecchino all’Orlando Furioso di Ronconi, dalla creazione del Teatro di Sardegna agli spettacoli popolari con Gianfranco D’Angelo e Enzo Iachetti.
    “State attenti: la nave è ormai in mano al cuoco di bordo, e le parole che trasmette il megafono del Comandante non riguardano più la rotta, ma quel che si mangerà domani.”

    Soren Kierkegaard

    15,00