Giovane affetta da distrofia muscolare, amante della cultura e dell’arte. Oltre a lasciarci molti suoi scritti, poesie e opere pittoriche, nel 1995 ha fondato il bimestrale Esserci, i cui principi ispiratori sono racchiusi tutti in una frase tratta dal Siddharta di Hermann Hesse, che funge da sottotitolo: “L’anima tua è l’intero mondo”. Sono principi che vogliono «valorizzare la nostra esistenza – scrive Lelia Risolè – ricolorare un nuovo sorriso, provare ad aggiungere quella cultura di progresso positivo […] sotto il nome
di solidarietà, ecologia, moralità, educazione di democrazia…
voglia “d’esser-ci”… “Qui e adesso”.» Il periodico e cesserà le sue pubblicazioni nel 2008. E’ stata l’ispiratrice della meritoria associazione di volontariato al femminile “Il Sorriso”, che dopo tanti anni raccoglie l’eredità di un “Centro recupero handicappati”
(1980-92) e dal 2003 dà speranza a tante persone organizzando
occasioni d’incontro e vari laboratori. Durante la sua breve stagione terrena, Lelia ha organizzato varie iniziative per promuovere una cultura della solidarietà, della condivisione sociale, del rispetto della diversità.

  • Per Lelia

    I racconti, le testimonianze, gli scritti in genere raccolti in questi antologia vogliono avere due valenze. Da un verso intendono essere una testimonianza di affetto nei confronti di Lelia Risole, di cui vogliono rinverdire la memoria a quattro anni circa dalla sua dipartita, da un altro verso vogliono indurre a una riflessione sul tema della diversità e, più in generale, dell’alterità. Sono due valenze che si ricompongono in una sola, data la loro inscindibile significatività circa le sollecitazioni che ci offrono. La testimonianza nasce da un atto d’affetto ma quell’atto è solo il punto d’avvio del processo di riflessione.ln altre parole il sentimento si coniuga con la ragione indotta alla riflessione consapevole grazie alle emozioni suscitate delle narrazioni. Il messaggio che si vuole dare è racchiuso in alcune riflessioni di Lelia, che ebbe a scrivere: «proviamo a considerare la diversità un valore, [e l’altro] una persona da scoprire, una possibilità di arricchimento reciproco […] per vivere attivamente e in modo costruttivo la nostra società» e per «costruire una nuova cultura della disabilità, della diversità nei suoi molteplici aspetti, per abbattere le barriere mentali, per allargare le vedute su orizzonti di solidarietà, comunicazione e sensibilità intelligente», nella consapevolezza che il vero «problema sociale non è la disabilità ma la mentalità, la crescita di una cultura errata sul termine “diversità”, una mentalità difficile da cambiare in poco tempo».

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