DIARIO COMPLICE
15,00€
Luis García Montero è, senza dubbio, un poeta che possiamo definire necessario all’interno del panorama culturale contemporaneo; non solo per la sua produzione artistica che gli è valsa numerosi premi, ma anche per il suo spaziare dal saggio al racconto, dalla teoria critica al teatro. La traiettoria poetica di questo andaluso ha le sue precoci radici nella sua città natale, Granada, luogo d’incontro tra le storie di tutti i giorni e la Storia; terra di arte e cultura, dove incontriamo figure come quella di Federico García Lorca, che attraverso il premio a lui dedicato, sarà testimone nel 1979 degli inizi del conterraneo allora ventunenne. Y Ahora ya eres dueno del puente de Brooklyn, questo il nome del libro con il quale García Montero vinse il Premio Lorca, racchiudeva in sé le chiavi di quella che oggigiorno è una singolare e densa produzione poetica: di lì in poi, infatti, appariranno testi come Tristia, Las flores del frío, EL jardín extranjero o il presente Diario Complice.
Con la poesia di Luis García Montero è possibile scoprire un verseggiare che prescinde dalle rime facili ed accompagna in una dimensione tanto vicina da sembrare reale.
Andrea Perciaccante
SKU: | 88-87897-71-9 |
---|---|
Category: | Poesia |
Anno | 2006 |
---|---|
Autore | |
Formato |
Potrebbero piacerti
-
L’ALTRO ME
PoesieEd io come sono nei miei occhi? Dopo aver letto i versi di Filippo mi è venuta voglia di bere acqua. Come quando vedi un film dove ci si disseta con piacere e quel piacere ti viene magicamente trasferito nel corpo e hai voglia di goderne anche tu. È poesia del corpo, quella di Filippo: fisica poesia. E proprio per questo, profonda senza perdere di naturalezza e chiarità. Sono le questioni di tutti i corpi quelle che affronta: il tempo, l ’amore, l ’identità, il viaggio, il rapporto con l ’altro da sé, animali o umani che siano, con l ’esterno, anch ’esso ‘dentro’ il corpo. È quindi anche consapevolezza di essere presente in ciascun ‘vivo’ e da ultimo –non è affatto scontato– in se stesso.Tant ’è che gli viene voglia di guardarsi dritto negli occhi, per lo stesso motivo per cui a me viene voglia di bere di corsa dell ’acqua dopo averlo letto. Attento ora a Mariangela. I suoi sono versi che possono far male. Entra dentro le sue parole a piedi scalzi, così come è capace di far lei, per sentire che la sua casa è il mondo. Un consiglio d’accortezza al lettore: guarda bene dove metti i piedi. Verso il mondo nutri rispetto, è l ’unico luogo munito di tetto per ripararti la testa. La casa di Mariangela è la mia, la tua casa, dove, se vuoi, sarai presente in autentica vita, in generosa miseria. Lasciati accompagnare, come ho fatto io. Leggi e rileggi, molte sono le sorprese. Poesie femmine, queste. Per loro, naturalmente stupido, sarei capace di dare e ricevere amore. C ’era, in un tempo glorioso per la poesia come per le tutte le arti, il luogo dove si incontravano i poeti. Questo posto era tanti posti sparsi per il mondo, nelle grandi come nelle piccole città. Luoghi semplici, essenziali ma mutevoli e straordinari in virtù della presenza assidua degli artisti. Dove si incontrano i poeti in questo Tempo Nero? Negli pseudocaffè letterari? Nelle enoteche? Su internet? Non so davvero come e dove si siano mai incontrati Mariangela e Filippo. Forse per caso, in una ricerca reciproca inconsapevole. Sta di fatto che poi puntualmente si riconoscono in quello che scrivono. Posso dire che si incontrano su fogli bianchi sporcati di nero? Chiedo il permesso, per non urtare quei poeti che si scrivono addosso senza tanto cercare confronti o affinità. Mariangela e Filippo si volevano incontrare e ci sono riusciti. Fuori dagli schemi che vogliono il poeta solitario, crocifisso nell ’anima e affranto anche nel fisico; sono giovani e sani, evviva!. Ho trovato interessante questo confronto su temi e stili comuni. È stato come mettere una poesia dell ’uno davanti allo specchio e vedere riflessa la poesia dell ’altra. Nella poesia, le parole pesano ma non contano, si sdoppiano, si lasciano, si abbandonano al lettore e si lasciano ingoiare. Per questo il poeta è un viaggiatore che produce pane. Senza di me e di te che leggi, non riuscirebbe mai a partire. E a nutrire.
Introduzione di Massimo Lanzetta
-
AI CONFINI DELL’ANIMA
Le poesie di Anna: belle, struggenti, piene d’amore, di sagezza, d’intelligenza, di luccicanza, di quella semplicità tipica di tutti coloro che sanno toccare l’anima
perchè un’entità superiore ha toccato la loro.
Descrivere i pensieri che Anna sa, mirabilmente, tradurre in parole su fogli di carta, non è pensabile. Non è credibile. Non è fattibile. Farlo sarebbe pura presunzione.
Si possono, forse, descrivere gli stati d’animo degli eletti? Dei privilegiati?
Dei cultori dello spirito?
Io, personalmente non lo so fare. So dire soltanto, e in verità, che a volte, dopo una giornata in cui ho conosciuto l’aridità e l’avidità dell’uomo, spesso, mi rifugio nelle parol di questa donno del profondo sud che sa portare un po’di sole nella mia anima ferita e provata. Poi spengo la luce. E dormo sognando. Come quand’ero bimbo e sentivo, vicino, l’alito rassicurante di mia madre. -
MEMORIA DEL TUO RITORNO
Si tratta di un libro intensamente spirituale nel quale contano gli stati d’animo, le situazioni vissute, e conta la fede. e allora è bene per un attimo inquadrare che cosa è avvenuto almeno nell’ultimo mezzo secolo nel campo della poesia religiosa partendo da Clemente Rebora, da Mario Luzi, Carmelo Mezzasalma, Elena Bono, Margherita Guidacci, Davide Maria Turoldo, Luciano Luisi, Miranda Clementoni, Alberto Frattini fino ad arrivare a Rita Marinò Campo e Francesco Tarantino. A volte questi poeti hanno ingaggiato con Dio un corpo a corpo intenso, altre volte gli si sono rivolti in forma di preghiera, altre ancora chiedendo lumi su come vivere, su come comportarsi, su come attuare il Vangelo.
-
LA POESIA IN VERNACOLO DI GINO BLOISE
In questo libro si riprende la poesia in vernacolo cassanese di un grande uomo politico e di cultura quali è stato Gino Bloise.
Con questo libro vogliamo rendere omaggio ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, ad un uomo che si è fortemente distinto, per volontà ed impegno nel campo della scuola, nel campo della politica, dove si è sempre schierato dalla parte della classe lavoratrice, e nel campo della cultura, dove ha spaziato in lungo e in largo, dal giornalismo alla saggistica, alla critica, alla poesia ed in particolar modo alla poesia in vernacolo cassanese. -
ALLE PORTE DI ALESSANDRIA
L’antologia poetica di Giuseppe Goffredo non deve trarci in inganno. Il supporto è cartaceo. Ma è impastato con un DNAfattosi inchiostro. In queste pagine c’è del sangue, del sudore. Ci sono delle viscere, un cuore, un occhio che guarda, un respiro profondo, tracce di umori e linfa. Qui c’è un pensiero ‘simile a un campo minato’che attraversa periferie di esseri ‘dannati a sperare’. Vi sono ore meridiane di solitudine che trasudano e moti subitanei di risveglio al mondo. Qui c’è un corpo. La sua anima si aggira ‘tra timo e mentaccio’mentre ‘i cardi se la ridono’. Ma i cardi non sono i soli. E d’altronde non sempre se la ridono.
dall’Introduzione
Toni Maraini -
PASSI NEL TEMPO
Questi versi di due giovani autori si presentano armoniosi e delicati e rivelano un cuore sensibile e profondo, inquieto ed innamorato. Parole dolci intrise di nostalgia che configurano una personalità attenta alla realtà circostante con il grande desiderio di capire l’infinito. Semplici e lineari nascono da una personalità carica di amore e di speranza, da un cuore innamorato che vuole raccontarsi, quasi cercasse attraverso la scrittura di concretizzarsi per comprendere il meglio di sè stessa.
-
TOCCHI DI TINTA
Li scioglie o li annoda i nodi una penna?
La Poesia è un nodo da sciogliere?
Nella prima parte di questa raccolta di poesie c’è come una germinazione, s’impollinano piccole gemme, si adombrano coste, cinture, cerniere.
Nella seconda si dichiarano come ad un doganiere esigente le Impronte di cui si è fatti (le impronte del trucco, dei sogni, le impronte genetiche, le impronte della storia ovvero di chi è stata bambina negli anni Cinquanta).
Nella terza e ultima parte, infine, si assume un Corpo e le parole per dirlo e, dunque, lavarsi, pettinarsi, calzarsi, foggiarsi e foggiare, infine raccontarsi.
Queste poesie hanno dato corpo nel 1990 all’omonimo Video di Poesia prodotto dal Centro Radio Televisivo dell’Università della Calabria, vincitore assoluto in quell’anno stesso del Premio Internazionale “Nosside” di Poesia in video. -
LA LEZIONE DEL TEMPO
Per prima cosa, è da notare che, di Andrea Battaglia, così serio nel suo sentire, ci sorprende l’estrema semplicità nella resa poetica, immediata sia nelle zone più deboli, come in quelle più intense dell’annotatore lirico e filosofico, che offre incroci fulminei di immagini di acuta determinatezza realistica e di divagazioni culturalistiche, in una scrittura robusta e fortemente espressiva, e bada alla urgenza dei valori dell’esperienza e della riflessione, non privi di correlazioni metafisiche.
Non si può intendere la natura e la situazione di Andrea Battaglia senza tener conto delle sue allusioni culturali e filosofiche, che s’intridono con le determinazioni
più realistiche e con le sfogate libertà stilistiche, e dell’estremo contrassegno romantico della sua ispirazione, la quale trova nella riflessione sulle esperienze vitali, diverse e variegate, e nella sublimazione di Dio, dell’amore, della filosofia, della donna, della maternità, della musica, la piena intensità e autenticità espressive.