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Giuseppe Manfridi
Giuseppe Manfridi, romano, è drammaturgo e sceneggiatore.
Da oltre ventanni il SUO teatro è costantemente rappresentato in Italia e all'estero.
Fra le sue commedie di maggior successo: “Giacomo, il prepotente”, “Ti amo. Maria”, “Elettra”, “La cena”, “La partitella”, e “Teppisti”; questi ultimi due sono testi di grande impatto emotivo che, seppure in maniera diversa, affrontano il mondo del calcio e dei tifosi. A questo tema Manfridi ha pure dedicato la sceneggiatura di “Ultrà”, che, con la regia di RidcyTognazzi, ha vinto l'Orso d'oro al festival di Berlino nel 1990.
Numerosi i testi di Manfridi che sono andati in scena in Francia, a New York, in Finlandia, in Grecia, in Canada e in Sudamerica. “Giacomo, il prepotente”, nel novembre del '98, ha debuttato al Theatre des Champs-Elisées” di Parigi, mentre “Zozòs”, nel 2000, è stato allestito al “Gate Theatre” di Londra con la regia di Peter Hall, e ripreso al Barbican nel 2003. In un consenso unanime della stampa, il critico del Sunday Times ha definito la commedia "la più divertente che abbia mai visto". Gran parte del suo teatro è pubblicata data casa editrice Ricordi, dalla Marsilio e da Gremese (di cui Manfridi dirige la collana Teatro). La Entertaiment & Art ha iniziato una pubblicazione delle sue opere complete, di cui è uscito nel 2005 il primo volume.
Suoi testi sono stati pubblicati anche in Francia, in Inghilterra, in Croazia, in Grecia, in Spagna e In Bulgaria.
Nel 2006 l'editore Gremese ha mandato alle stampe il romanzo "Cronache dal paesaggio", debutto di Manfridi nella narrativa. Successivamente viene pubblicato il secondo romanzo "La cuspide di ghiaccio", e "ll quadernetto sulla gaffe". Intensa l'attività propedeutica, con corsi tenuti presso Università (in Italia e all'estero) e Teatri stabili.
Numerose sono le tesi di laurea dedicate alla sua produzione drammaturgica.
Altri libri dell'autore:
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QUATTRO ATTI UNICI
Autore:
Giuseppe Manfridi
Categoria:
Teatro
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Ultrà La cappa bianca Da una stanza all'altra Nel vuoto "(...) Per questo ho deciso di portare in scena, alla fine di questa complessa stagione, nel mio Teatro d'essai Stanze Segrete, di nuovo Nel Vuoto, perché forse la prossima stagione chiuderò quest'altra mia folle attività che dal '98 mi riempie di gioia e di fatica e quel testo è nato per significare la meraviglia e il mistero della vita, anche nel momento in cui la vita nel suo momento più altro, sublime... improvvisamente scompare. Ma lo farà lasciando testimonianza dell'assoluto al quale tutti tendiamo anche nelle nostre piccinerie e fragilità. Nel vuoto finisce come un fuoco d'artificio: una volta terminato li proprio compito di stupirci ed eccitarci, lungi dall'avvilirci, ci dà appuntamento al prossimo, esaltante momento in cui saremo felici di essere qui, in questo mondo imperfettamente perfetto, dolorosamente meraviglioso; limitato e immenso."
Dalla prefazione di Ennio Coltorti
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